TORINO Dal sesto meeting internazionale Technology and Training in Endourology in corso dal 20- 23 settembre all’ospedale Cottolengo di Torino il laser a olmio che con strumenti endoscopici miniaturizzati consente di curare con efficacia patologie per le quali il bisturi non è in grado di giungere e assicurare la stessa delicatezza e precisione.
Una rivoluzione secondo il dottor Scoffone
«Le fibre che emettono l’energia laser», spiega il dottor Cesare Marco Scoffone, Direttore della Struttura Complessa di Urologia dell’Ospedale Cottolengo di Torino: «Hanno un diametro di 0,2 – 0,5 mm, introdotte in mini strumenti endoscopici rigidi e flessibili sono infatti in grado di raggiungere e trattare l’intero apparato urinario. In questo modo è ora possibile trattare con successo malattie urologiche molto diffuse, come la calcolosi renale (in Italia la prevalenza varia dal 4% al 20%), l’ipertrofia prostatica benigna (Ipb, che colpisce il 50% degli italiani over 50 anni e l’80% degli ultrasettantenni). Il laser a olmio permette inoltre di rimuovere i tumori della vescica (il secondo tumore urologico più frequente, che colpisce oltre 25.000 persone all’anno) e della via escretrice come ad esempio il tumore dell’uretere consentendo il mantenimento degli organi che altrimenti andrebbero rimossi. La tecnologia laser endourologica, più sicura e meno invasiva rispetto alle tradizionali tecniche chirurgiche a cielo aperto, è estremamente efficace e riduce il rischio di sanguinamento, i tempi di cateterizzazione e quelli di degenza, con un netto beneficio per il paziente e per il Sistema Sanitario . L’innovativa metodica in uso da oltre 5 anni nel nostro Centro a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale vanta già una mia casistica di centinaia di interventi effettuati con successo e in tutta sicurezza. In particolare, per la cura dell’ipertrofia prostatica, l’enucleazione e cioè l’asportazione endoscopica dell’adenoma prostatico con il laser ad olmio si effettua con la tecnica HoLEP (Holmium Laser Enucleation of the Prostate), una metodica vincente in grado di asportare adenomi prostatici di grosso volume, anche di 250 grammi, finora operabili solo con la chirurgia a cielo aperto, invasiva con complicazioni (fino al 20% di rischio emorragico). La tecnica laser si effettua in endoscopia, in anestesia spinale, minimizza i sanguinamenti , salvaguarda la potenza sessuale e la continenza urinaria. Per quanto riguarda la calcolosi urinaria, l’ energia laser ed endoscopi miniaturizzati hanno eliminato i grandi tagli addominali e i rischiosi interventi a cielo aperto causa di importanti sanguinamenti con perdita di funzione renale nel tempo. Insieme al professor Roberto Mario Scarpa, abbiamo anche messo a punto la ECIRS (Endoscopic Combined IntraRenal Surgery), tecnica mininvasiva che permette di raggiungere per via endoscopica sia dal fianco sia tramite l’uretere, i calcoli renali e di disintegrarli con il laser».