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I terremotati non vogliono l’albergo, ma case ricostruite al più presto

A Narzole la prima edizione dei Balengames

Gentile direttore, mi fa piacere assistere alla grande gara di solidarietà che si è scatenata per aiutare le popolazioni dell’Italia centrale, più volte devastata da disastrosi terremoti. Una gara che, come Gazzetta sta documentando negli ultimi numeri, ha coinvolto numerosi enti e gruppi del nostro territorio.

Davvero, in questo caso, i mezzi di comunicazione e i social network stanno svolgendo un grande lavoro per sensibilizzare l’opinione pubblica e spingere alla solidarietà verso chi ha perso tutto e deve ricominciare a vivere.
Mi stupisce, pertanto, che anche di fronte a tanta generosità concreta, ci sia chi, a livello politico e sui grandi mass media, continua a insinuare polemiche inutili, stabilendo paragoni tra i nostri terremotati in tenda e gli immigrati in albergo. Credo volutamente, si tace un fatto semplicissimo: chi ha avuto la casa distrutta e ha il suo cuore in un territorio, desidera vedere la sua abitazione ricostruita al più presto e non certo finire in un albergo per buona parte della sua vita, come purtroppo è già successo in altre parti d’Italia visitate da terremoti.
Enzo V. – Alba

 

Sono troppe cinque sigle sindacali per difendere i diritti dei dipendentiIl collegamento tra terremotati in tenda e migranti in albergo è senza senso, solo strumentale. E chiunque l’abbia cavalcato dovrebbe vergognarsi. L’unico vero nesso che, in quanto esseri umani, dovremmo trovare è tra chi ha bisogno e quel che noi possiamo fare. In questo caso si tratta di partecipare, secondo le proprie possibilità, alla solidarietà verso chi ha subito la tragedia del terremoto. È quanto ha fatto la maggior parte degli italiani, compresi i nostri concittadini dell’Albese. Innescare una guerra tra poveri (immigrati e terremotati) non porta a nulla di buono. Rimane il ruolo della politica: purtroppo la prevenzione non porta abbastanza voti ed è più facile intervenire a posteriori, anche se in modo sincero. Mi auguro che si trovi il modo concreto di aiutare le vittime del sisma con una gestione che permetta loro in tempi brevi di riprendere la propria vita nei luoghi dove hanno sempre vissuto.

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