Centro per l’istruzione degli adulti inaugurato da Quirico e Scaglione

Centro per l’istruzione degli adulti inaugurato da Quirico e Scaglione

ALBA Il Cpia (Centro provinciale per l’istruzione degli adulti) Cuneo 2, che raccoglie Alba, Bra e Mondovì, ha inaugurato la nuova sede in corso Michele Coppino 40 ad Alba. «Nei locali troviamo quattro aule, più una per le lezioni multimediali, la presidenza e la segreteria», spiega l’insegnante Serena Aimasso, che aggiunge: «La sede di via Accademia, sempre ad Alba, accoglierà invece i corsi di lingue straniere o informatica, mentre nelle nuove aule ci sarà spazio per chi vorrà conseguire il diploma di terza media o la prima alfabetizzazione, necessaria ai migranti, questi ultimi già iscritti in 170».

E proprio in occasione dell’apertura della nuova area Cpia i giornalisti Domenico Quirico e Fulvio Scaglione hanno dibattuto sui processi migratori del terzo millennio. «Il viaggio dei migranti è infinito, di anni. Si marcia per città, paesi, campi coltivati e poi il mare. Quando nel 2011 ho fatto una traversata con loro, dalla Tunisia a Lampedusa, eravamo 113, compreso me, e 112 non avevano mai visto il mare: eppure noi iniziamo a considerarli umani nella fase finale del loro viaggio, quando sbarcano, ma dal centro dell’Africa a qui, cos’erano quelle persone? Sofferenza e dolore!», ha evidenziato Quirico.

«La migrazione è l’abbandono della propria condizione umana e il tentativo di conquistarne un’altra attraverso la prova e l’abrasione, così nulla è più stupido della domanda poliziesca fatta al migrante al suo arrivo: “Da dove vieni?”. Quella persona era qualcuno, ma lo ha lasciato dietro: questo è la migrazione, un fenomeno storico di dimensioni gigantesche e in continua evoluzione. Un popolo nuovo che non ha un Paese, una lingua e una bandiera, un fiume che non può essere contenuto, ma deve essere lasciato allargare».

Ma l’emergenza migranti, che tanto fa allarmare, è reale? A rispondere è stato Scaglione, che ha spiegato: «Si tratta di un fenomeno di lunga durata e globale, ma la più grande truffa ideologica è parlare di emergenza. Il problema è la nostra reazione, non il fenomeno, perché quello è un dato di fatto. I giovani impoveriti dell’Africa non possono stare a guardare un Continente grande, vecchio e ricco che si svuota, come l’Europa. Dunque, ai cittadini si deve dire che qualcuno lo si dovrà aggiungere. E se non saranno i nostri figli, perché se ne fanno sempre meno, saranno quelli degli altri a contare».

Francesca Gerbi

 

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