Indicazioni geografiche, il made in Italy che piace

Indicazioni geografiche, il made in Italy che piace

CONVEGNO Un elenco di grandi nomi del settore alimentare e vinicolo – a cominciare dal direttore scientifico del convegno, Piercarlo Grimaldi, rettore dell’Università di scienze gastronomiche – ha riflettuto, insieme ai rappresentanti del mondo politico, sulle relazioni economiche, culturali e sociali che collegano le eccellenze Dop e Igp alle loro terre natie.

Al centro della tavola rotonda “Indicazioni geografiche, il made in Italy che funziona”, promossa dal Mipaaf, Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, in collaborazione con la Regione e l’ente Fiera, c’erano gli aspetti affettivi e identitari che il cibo rappresenta nelle società globalizzate. «Le denominazioni geografiche sono figlie di una cultura particolare, non un’operazione protezionistica», ha sottolineato il viceministro alle politiche agricole Andrea Olivero, mentre l’assessore albese Fabio Tripaldi ha concluso: «In Italia abbiamo il privilegio di avere un popolo operoso, capace di portare il bello e la qualità anche dove non ci sono: è questo il made in Italy che ci piace e che funziona».

 

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