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Appeso alla tua assenza: le liriche di Daniele Vaira all’Albanova

Appeso alla tua assenza: le liriche di Daniele Vaira all’Albanova

ALBA Daniele Vaira, classe 1980, è un giornalista professionista laureato in storia del cinema, che ha lavorato cinque anni per Free press city a Torino e per lo stesso tempo alla Gazzetta dello sport a Milano. Ora ha appena pubblicato, da solo, il libro Appeso alla tua assenza, un insieme di poesie che toccano i maggiori temi della vita, a volte con leggerezza, altre con sorprendente crudezza. Giovedì 29 giugno, alle 21, nel circolo Albanova, all’interno dell’oratorio della parrocchia di Cristo Re, il libro, già proposto alla notte bianca delle librerie e disponibile alla libreria San Paolo di Alba, sarà presentato per la seconda volta.

Daniele, qual è il motivo del libro?
«Sono stato travolto da due eventi drammatici e totalmente diversi fra loro: ho perso mia mamma e il lavoro nell’arco di un mese. Ho dovuto cercare una via di fuga, ho voluto essere costruttivo perché ero nulla. Avevo perso una guida, una parte fisica di me, e contemporaneamente l’identità sociale che deriva dal lavoro. Qual era diventato il mio posto nel mondo? Sono entrato in cortocircuito ed è franato anche l’amore. Tutto era nero e buio. Sono riuscito a fare solo una cosa: cercare conforto nella scrittura. Sono partito da un vuoto enorme e ho cercato di modellare il dolore attraverso la poesia, identità di scrittura che mi appartiene fin da bambino».

Appeso alla tua assenza, un titolo chiaro nel rimando.
«Il titolo richiama lei, mia madre, lo smarrimento e l’assenza quotidiana dei piccoli dettagli, le chiamate, le chiacchiere, l’esserci fisico. Questo libro è emotivamente molto forte, ha tanto cuore all’interno, mio e della mia famiglia. Per noi è un piccolo germoglio da cui ripartire. Scriverlo è stato una doppia sfida: per me stesso sì, ma anche per far arrivare la poesia alle persone attraverso un tema così delicato».

Qual è il messaggio che vuoi trasmettere?
«Il messaggio che voglio dare? Avere sempre la prospettiva di vedere quello che non ti manca, ciò da cui puoi ripartire con energia e grinta. Baluardi come una grande famiglia costaricana e un nipote, nel mio caso. È vero, devo imparare a convivere con l’assenza. Devo avere nel dolore un alleato. Ma inizio a conoscere tante persone che sono nella mia situazione e presenterò il mio libro dove mia mamma ha vissuto per oltre trent’anni, qui».

Cinzia Grande

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