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Kyle Krause: nei vigneti di Langa e Roero c’è qualcosa di speciale

Kyle Krause: nei vigneti di Langa e Roero c’è qualcosa di speciale

INTERVISTA L’imprenditore statunitense Kyle Krause (proprietario delle cantine Enrico Serafino di Canale e, da qualche settimana, del resort La Soprana di Cerretto Langhe), ribadisce, in ogni occasione, la sua grande passione per le Langhe e il Roero, e, soprattutto, per la gente. Gazzetta lo ha incontrato per parlare di questo territorio e di come ne è entrato a far parte da quando ha acquisito la Enrico Serafino.

Kyle Krause: nei vigneti di Langa e Roero c’è qualcosa di speciale 1
Il resort La Soprana, di Cerretto Langhe, recentemente acquistato da Kyle Krause.

Signor Krause, come è stata la seconda vendemmia in Enrico Serafino? Quali saranno le strategie per il futuro?

«La prima vendemmia in Enrico Serafino è stata bellissima e Paolo Giacosa, nostro enologo, è fiducioso per il grande potenziale della prossima Il clima è stato ottimale. Siamo stati benedetti grazie ai vigneti e all’eredità di Enrico Serafino e continueremo a migliorare la qualità del vino attraverso il nostro lavoro, con pratiche sostenibili per l’ambiente».

Lei immaginava, dall’Iowa, l’esistenza di questo universo agricolo?

«Iowa, Langhe e Roero sono simili sotto diversi aspetti. Le culture sono radicate nell’agricoltura e ci interessa profondamente la terra. Gli abitanti dell’Iowa sono orgogliosi dei propri raccolti e desiderano essere buoni amministratori, proprio come i nostri amici di Langhe e Roero. L’agricoltura è una parte importante dell’economia locale, sia in Iowa che nelle Langhe e nel Roero e i suoi abitanti rispettano e apprezzano il ruolo che svolge per il benessere delle comunità».

La maggior parte delle famiglie vive direttamente o indirettamente la vendemmia. Lei si sente più appartenere al territorio dopo aver vissuto questa esperienza?

«C’è qualcosa di speciale nello stare nei vigneti molte volte durante una stagione, dalla potatura alla vendemmia. Mi ha aiutato a comprendere meglio l’effetto che la natura ha sul terroir dei vini. Ho imparato ad apprezzare la pioggia e gli incantesimi del freddo, così come quelli del sole, riconoscendo che ci vuole il clima giusto per rendere le viti in grado di produrre frutti destinati alla bottiglia. Nelle ultime due vendemmie ho sentito l’eccitazione e l’ansia dei viticoltori. Questo mi ha permesso di comprendere le aspettative e le paure legate a un momento così cruciale della vita del vino. Vivere queste emozioni mi ha fatto sentire più vicino alle persone di queste zone».

Quale pensa che sia la caratteristica peculiare delle persone del luogo?

«Una delle cose che amo di più è l’ospitalità. Non sono mai stato così accolto e accettato in una comunità. A ogni visita, sono salutato calorosamente da tutti quelli che incontro. Voglio conoscere sempre di più i membri della comunità».

Nel settore vitivinicolo alcuni sono preoccupati per gli stranieri che occupano posizioni che appartenevano a famiglie locali. Si rende conto di questa situazione? Che cosa ne pensa?

«Siamo orgogliosi di essere parte della comunità delle Langhe e del Roero come agricoltori, produttori di vino e residenti. Possiamo non vivere qui tutto l’anno, ma vi assicuro che mi impegno, così come la mia famiglia, a essere fedele alla gente, al territorio e alla cultura del Piemonte. Ho un profondo rispetto per la gente, la cultura e la terra delle Langhe e del Roero. Stiamo costruendo una casa qui perché abbiamo intenzione di produrre vino qui per molti, molti anni».

Giorgia Barile

 

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