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Vino: una minore tecnica e chimica in vigna per un prodotto più vero

Vino

ASSOCIAZIONI I cavalieri dell’Ordine del tartufo e dei vini d’Alba hanno festeggiato il solstizio d’estate con un capitolo, il 272° della loro storia cinquantennale, durante il quale il giornalista Paolo Massobrio, fondatore del club Papillon e autore del Golosario, ha ricevuto il collare di cavaliere onorario.
Massobrio ha parlato ai cavalieri di alcuni dei temi che più stanno a cuore all’Ordine, facendo una rassegna di quelle che sono state le tradizioni, ma anche le mode di cibo e vino negli ultimi decenni. Si è passati dalla potenza del passaparola per cercare il vino buono nell’osteria giusta, alla rivoluzione dei wine bar degli anni Novanta che hanno guidato al consumo più consapevole e di qualità, fino al ritorno, negli ultimi tempi, a una minore tecnica e chimica in vigna per un prodotto più vero.
«Oggi la nuova generazione di cuochi torna a formarsi nei boschi e nelle cascine, i loro piatti nascono dalla spesa a cui provvedono da soli», ha detto Massobrio. «Stiamo assistendo a una crescita della ristorazione media e, all’estero, del prodotto italiano. L’Italia è un grande laboratorio dove si può attingere dalla tradizione: smettiamo di dire che abbiamo le cose più buone e apriamoci al mondo per contaminarci».

15 nuovi cavalieri postulanti

Il gran maestro, Bianca Vetrino, ha nominato 15 nuovi cavalieri postulanti, tra questi, quattro erano in arrivo da Taiwan, dove a dicembre verrà costituita una nuova delegazione sull’esempio di quella già attiva da anni a Hong Kong, due dalla California e uno dal Brasile.
Alla cerimonia di nomina dei postulanti era presente anche un rappresentante, in costume tipico, della Confraria gastronomica de l’Ihla de Madeira, con cui l’Ordine dei cavalieri del tartufo e dei vini d’Alba stringerà un gemellaggio il prossimo anno.
Il capitolo si è concluso con la cena cucinata dallo chef stellato Marc Lanteri.

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