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I progetti d’inclusione al Da Vinci passano attraverso uno smile

I progetti d’inclusione al Da Vinci passano attraverso uno smile

ALBA Un sorriso fa la differenza. Sia quando appare sul volto di un compagno, sia quando, disegnato su un cartoncino verde, è appeso alla maniglia dell’aula e invita a bussare, a portare fuori qualche ragazzo per una lezione speciale. Lo sanno bene Richard, Giulia, Michela, Davide, Massimo e gli altri alunni del liceo Da Vinci: significa “ci siamo per te”.
Lo sanno i docenti di sostegno che hanno voluto dare una svolta ai progetti di inclusione. Capita sempre più spesso che le classi si aprano, alcuni ragazzi escano o facciano attività insieme ai compagni che a causa di una malattia o di una beffa del destino non riescono a fare lezione come loro.
«Richard ama pulire, togliere le cartacce abbandonate e fare piccole commissioni. Mettere ordine lo aiuta a riordinare emozioni e pensieri», spiegano gli insegnanti che lo seguono, Stella Marinone e Andrea Travaglio.
Capita allora che i tappi differenziati da portare via diventino un fiero impegno che anima di sorrisi il volto di Richard. E quando a lui e ai suoi insegnanti si unisce un compagno, i sorrisi raddoppiano e si allargano ad abbracciare l’anima.
Lisa e Giulia di I C ne sono rimaste tanto colpite, da inviare in redazione foto e riflessioni: «Richard si diverte a fare lavori utili. Potreste vederlo al lavoro, in piazza San Francesco o in centro ad Alba, con il suo zainetto e la giacca mimetica». Raccontano così una normalità affatto semplice ma viva e reale, che in un liceo delle scienze umane diventa prassi.
Da alcuni anni è attivo un progetto, curato da Elena Ruella, che coinvolge chi non fa religione in attività coi disabili. Quest’anno si è andati oltre. Sottolinea Travaglio: «Per integrare un alunno come Richard, che non vuole entrare in classe, abbiamo portato i compagni fuori. Quando ci sono delle ore di sostituzione e lo smile è attaccato alla maniglia, entriamo, magari per ascoltare della musica insieme. A volte andiamo nel salone e qualcuno suona il pianoforte. Richard si illumina. E così Davide e Martina, che quasi balla sulla sua carrozzina. Chi è disabile non sembra più tanto diverso».
Consapevolezze necessarie in un liceo delle scienze umane, come dice Gianluca Versienti: «Le competenze di base in ambito sociale, richieste a un futuro docente, come quelli che studiano qui, vanno oltre i libri, sono empatia, capacità di comunicare e interagire. E il contatto con un disabile offre molto più di quanto si creda».

v.p.

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