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La vera svolta è stata nel 2017: ad Alba 98 assunti al giorno

LAVORO «Pareva di essere in una notte di tempesta, in cui avevi perso la bussola. Correvi dove trovavi una lanterna o una luce accesa, ma tutti avevano paura e non ti lasciavano entrare in casa. Così, eri costretta a continuare a correre, fradicia e bagnata e bussando ovunque, ma rimanevi sola».

Le parole di Elisa, 27 anni, descrivono il suo vissuto quando tre anni fa finì l’università a Torino e cercò lavoro. Trovava porte chiuse e diffidenza, perché nessuno era disposto a rischiare e il termine “assunzione” nel vocabolario emotivo coincideva con rischio eccessivo. Tempi di timore e chiusura, che ora sembrano mutare, perlomeno a livello quantitativo.

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L’ALBESE LEADER

Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio regionale sul lavoro ad Alba, nel primo semestre del 2016, le assunzioni furono 13.700, mentre nello stesso periodo del 2017 toccarono quota 17.700: una variazione percentuale positiva di ben 29 punti. Significa che nel bacino della capitale delle Langhe – formato da 72 Comuni – in sei mesi le assunzioni sono state 98 al giorno, conferendo all’area il primato per le procedure avviate: parliamo di part-time, tempo indeterminato, lavoro subordinato, tempo determinato, apprendistato. E anche in Piemonte l’aumento è del 18%.

NEL CUNEESE

Pur se manca ancora il dettaglio che specifichi quali fasce anagrafiche abbiano beneficiato dell’impennata, alcune deduzioni prendono forma dall’analisi dell’intero Cuneese, dove i ragazzi tra i 15 e i 29 anni assunti furono 14mila nel primo semestre del 2016 e salirono a 18.700 nel primo semestre 2017: giovani che sembrano dunque rinascere dalla stasi in cui erano intrappolati.

IN PIEMONTE

I numeri riguardanti le generazioni più acerbe rimbombano in un’indagine recente, frutto della collaborazione tra Regione e Conferenza episcopale piemontese (Cep). Si tratta di una vera e propria mappa che dipinge il microcosmo occupazionale dei giovani piemontesi di età compresa tra i 15 e i 35 anni. Ha spiegato il coordinatore della ricerca Mauro Zangola: «Emerge che nel biennio 2015-2016 oltre 97mila giovani piemontesi (il 27,8%) sono stati impegnati a fabbricare o a produrre in una fabbrica, azienda agricola, cantiere edile o bottega artigiana. Di poco inferiore il numero di giovani che si sono dedicati a vendere beni e servizi: sono stati circa 94mila in alberghi, bar e ristoranti, negozi e supermercati. 57mila under 35 sono invece stati occupati nella gestione di problemi, informazioni e procedure: la maggior parte in un ufficio, studio amministrativo o professionale».

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Altri 31mila giovani si sono impegnati nella movimentazione di persone e merci, mentre 27mila hanno iniziato a lavorare sul dialogo e l’insegnamento. Infine, oltre 41mila giovani si sono presi cura di qualcuno, prestando assistenza nelle strutture, in famiglia, oppure occupandosi di pulizia e di attività di vigilanza e sicurezza.

Insomma: un mondo in crescita, ma sbilanciato sulla produzione di beni materiali, sul perfezionamento di servizi e sulla vendita. Indubbia la progressiva disaffezione verso i mestieri di aiuto o quelli volti al miglioramento socio-ambientale: il lavoro incrementa, ma lo fa in un’ottica di tipo commerciale piuttosto che umana.

LE IMPRESE

Altro dato interessante riguarda la crescente identità multietnica del mondo del lavoro. In Piemonte uno su cinque dei giovani interessati alle assunzioni era straniero. Infine, l’analisi di Cep e Regione mette in evidenza come tra il 2014 e il 2016 siano state avviate in Piemonte complessivamente più di diecimila imprese individuali con titolare di età compresa tra i 15 e i 29 anni. Il loro numero è cresciuto enormemente in tre anni, passando da 2.800 del 2014 a 4.300 del 2016: si tratta forse del segnale più lampante di un mondo in cambiamento, Una sorta di riscossa generazionale. In particolare è il ritorno alla terra a colpire. Le aziende giovanili nel settore agricolo si caratterizzano per un indice di sopravvivenza superiore alla media (87,3%), per un numero notevole di nuove iscrizioni (9,3%) e per un incremento significativo delle attività nell’ultimo anno considerato (+453%).

Matteo Viberti

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