Ultime notizie

Carcere: i milioni raddoppiano, ma i lavori ritardano

Tutto tace sul destino del carcere albese
Il carcere Montalto di Alba

LETTERA Nel piano per l’edilizia penitenziaria valido dal 2018 al 2020, pubblicato sul sito del Ministero della giustizia il 22 marzo, c’è una novità: i fondi preventivati per la completa ristrutturazione della casa di reclusione Giuseppe Montalto di Alba sono passati da due milioni a quattro milioni e mezzo. E ci sarebbe anche un progetto, come testimonia l’incarico affidato l’anno scorso alla Magicom ingegneria di Roma, per un importo di 21mila e 500 euro. Peccato che nulla venga detto sulla data di inizio dei lavori, che secondo l’ultimo cronoprogramma reso noto dal ministro della giustizia Andrea Orlando avrebbero dovuto essere aggiudicati nei primi mesi del 2018, in modo da riaprire tutta la struttura entro la fine del 2019.

Per fare chiarezza sulla questione, il garante comunale per i detenuti Alessandro Prandi ha scritto una lettera ai deputati e ai senatori cuneesi che sono stati appena eletti in Parlamento.  Sono diversi gli aspetti sottolineati nella missiva, a partire dalla situazione di precarietà in cui versano le 116 persone che lavorano nella parte riattivata del Montalto, a rischio continuo di essere trasferite viste le dimensioni ridotte dell’attuale struttura, che non le occupa in modo sensato.

L’attuale sistemazione degli spazi impedisce anche di svolgere a pieno le attività socializzanti a favore dei detenuti, che al momento sono 42, ospitati in 22 celle. Senza dimenticare il continuo deperimento di edifici, terreni e impianti, ormai abbandonati da più di due anni.

L’ultimo aspetto riguarda le attività sociali, imprenditoriali, educative sui temi di legalità e di volontariato che sono nate attorno al carcere albese e che meritano di proseguire a pieno il loro impegno. Per questi motivi, il garante invita i parlamentari a «occuparsi della questione che interessa l’istituto penitenziario, le persone che ci lavorano, quelle che vi sono ospitate e in ultima analisi l’intera collettività».

Francesca Pinaffo

Banner Gazzetta d'Alba