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Radio Alba spegne 42 candeline e guarda con entusiasmo al futuro

Radio Alba spegne 42 candeline e guarda con entusiasmo al futuro

ALBA 42 anni e non sentirli. Radio Alba ha spento le 42 candeline il 28 febbraio (la data corretta della fondazione sarebbe il 29 febbraio 1976), con lo sguardo rivolto al futuro, senza dimenticare le origini. Da due anni al timone della storica emittente è il produttore vinicolo Claudio Rosso che ha rilevato la radio da Antonella Levi sorella dell’indimenticato fondatore Alberto. Due anni di forte crescita con nuovi speaker, nuovi programmi, strizzando l’occhio ai social network e alle loro grandi potenzialità.

-Claudio Rosso, tra pochi giorni sarà l’anniversario dell’inizio della sua avventura a Radio Alba, quali emozioni prova?

Provo il piacere di un’avventura calcolata e andata bene. Come quando si pianta una vigna nuova o si decide di salire su una montagna. Provo il piacere di trovarmi con gente che ha capito, che si è messa in gioco con me per formare un gruppo di lavoro coeso, affezionato ed entusiasta. Provo l’emozione di ogni imprenditore che ha una “visione” e la realizza per sé e per gli altri. Provo un senso di riconoscenza per chi prima di me ne ha creato le condizioni. E’ emozionante parlare con chi aveva fatto parte del gruppo iniziale negli anni settanta e sentire raccontare lo spirito che aleggia ancora intorno a Radio Alba.

-L’avevamo intervistata due anni fa quando lei, affermato produttore di vino, si era affacciato al mondo della radiofonia. Oggi si sente un editore di successo o sente di dover ancora imparare?

Diciamo editore perché è in effetti così, ma io mi sento solo un creatore di opportunità. Sono i “ragazzi” che lavorano in radio i veri intrepreti di questo successo. Io continuo a essere un produttore di vini e molto tempo lo passo in campagna dove stanno le mie radici. Quello di diventare editore era un sogno fin da ragazzino quando giocavo a fare un giornaletto in casa e poi a scuola dove avevamo creato con Don Franco ”l’ottavo giorno” in cui dicevamo tutto ciò che sentivamo. Avviammo il cinecircolo Il Nucleo. Non dimentico  la collaborazione con Gazzetta, fino a conquistarmi il tesserino da giornalista. E’ una parte di me, insomma.

-L’avventura a Radio Alba nascondeva molte incognite, in un periodo storico poco favorevole a radio e giornali ed erano in molti a scommettere che non ce l’avrebbe fatta. Come ci è riuscita?

Oltre alla bravura dei miei collaboratori, abbiamo la fortuna di vivere in una zona dinamica e disponibile, dove raccogliere pubblicità e sponsorizzazioni è possibile. Le radio locali non hanno canone e vivono del sostegno dei propri inserzionisti, di chi crede in te e ti concede la possibilità di esistere e di dare al medesimo tempo anche un servizio pubblico e di informazione. Radio Alba è oggi un marchio a cui gli albesi ed i braidesi sono legati e ce lo dimostrano ogni giorno. La nostra fortuna è anche di poter contare su una storia di 42 anni con grandi speaker e giornalisti da cui prendere ispirazione.

-La radio è oggi uno strumento in grado di affermarsi nuovamente grazie alla sua straordinaria versatilità?

Penso di sì anche se molte realtà locali sono state accorpate dai grandi network nazionali che si stanno organizzando ed imponendo. Noi pensiamo invece ad una cosa che possa essere “una radio di Comunità”, dove chi suona ed entra nei nostri studi possa essere accolto, coinvolto, ascoltato e ci possa aiutare a costruire quel grande gruppo di amici che vogliamo essere. Abbiamo puntato molto sull’invito in sede dei nostri ospiti ed ogni giorno qualche persona importante della nostra zona ci viene a visitare. Abbiamo persino messo insieme tutti i sindaci che Alba ha avuto nel dopoguerra e ci hanno raccontato l’evoluzione della città. Continueremo su questa strada.

-L’immagine della Radio è cambiata in questi due anni e oggi la Radio del Sole sembra più giovane che mai, quanto hanno influito i social network e i video in diretta che realizzate su Facebook?

La radio del sole è oggi anche quella del “..e ti senti a casa”.. l’ultimo slogan che abbiamo inserito. Con lo streaming dal computer si può arrivare in tutto il mondo e con Facebook ci si può relazionare con migliaia di persone ogni giorno. Stiamo perfezionando la realizzazione del video in studio e ne sta uscendo uno strumento comunicativo formidabile che abbina al suono le immagini. Abbiamo visualizzazioni numericamente straordinarie con picchi di molte migliaia di “radiospettatori” credo si dica così.

-Quali sono le sfide per il futuro della Radio? Quali i prossimi traguardi anche suoi personali?

Abbiamo molti progetti. Uno di questi sarà presentato pubblicamente subito dopo l’estate. Tenete viva la curiosità. Siamo come quelli che “una ne pensano e cento ne fanno” quindi state all’erta e ne vedrete delle belle. Sui miei traguardi personali non saprei e cristianamente lascio fare alla Provvidenza. Mi basta avere avuto la fortuna di potermi esprimere in libertà e mi sento in dovere di ringraziare chi mi ha insegnato il piacere del lavoro e dell’impresa, cioè di quella cosa che dà lavoro agli altri e ti riempie di orgoglio.

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