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L’invito a fare il punto sul cammino quotidiano

UN PENSIERO PER DOMENICA – 10 GIUGNO – X TEMPO ORDINARIO

Con la presente domenica torniamo al tempo ordinario, al cammino feriale della fede, al tempo in cui bisogna consolidare le scelte fatte, cercando di procedere in avanti nell’itinerario di fede e di vita cristiana. Le letture della Messa suggeriscono tre indicazioni di percorso: verificare dove ci troviamo, fare i conti con la realtà del peccato e ridefinire il nostro giudizio su Gesù.

L’invito a fare il punto sul cammino quotidiano

«Adamo, dove sei?»: secondo il filosofo ebreo Martin Buber, la domanda che l’autore della Genesi (3,9-15) pone sulle labbra di Dio dopo il peccato originale non è un interrogatorio alla ricerca di un colpevole, ma l’invito a fermarsi, a verificare la propria posizione. In questo senso, la domanda di Dio è rivolta a ciascuno di noi. Relativamente alla nostra crescita umana e di fede, tutti abbiamo percorso un cammino, più o meno lungo, a seconda dell’età. Per tutti vale l’invito a fare il punto: stiamo andando nella giusta direzione? A una velocità adeguata?

Il coraggio di riconoscere le colpe. È esattamente quello che manca ad Adamo ed Eva, che, invece di riconoscersi peccatori e chiedere perdono, accusano altri: l’uomo accusa la donna; questa il serpente. In realtà il peccato, come ricorda Paolo ai Corinzi (2Cor 4,13-5,1) è un fatto personale: non distrugge solo l’uomo esteriore – spesso anche quello, in modi devastanti, come ci ricorda la cronaca nera! – ma quello interiore. Proprio qui allora va cercato e progettato quel cambiamento di vita feriale, poco appariscente, ma duraturo: «anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno».

Non è facile capire Gesù: non lo è stato fin dall’inizio, come vediamo dal Vangelo odierno (Mc 3,20-35). Quando ha iniziato a proporre il suo insegnamento originale è stato accusato, da qualcuno, di essere indemoniato (perché proponeva un’interpretazione della Legge difforme dalla tradizione), da altri – addirittura dai familiari! – di essere pazzo (forse perché aveva mollato un lavoro sicuro). Con il loro senso pratico, pensavano che un falegname che da un giorno all’altro “si inventava” maestro doveva essere un po’ fuori di testa! A queste accuse Gesù risponde con fermezza e inusuale durezza, parlando di «bestemmia contro lo Spirito Santo che non avrà perdono in eterno». Si tratta di un peccato radicale, perché mette in dubbio la volontà salvifica di Gesù, il senso globale della sua missione. La prima e fondamentale scelta da fare è decidere se credere che Gesù e il suo Vangelo sono per rendere migliore la nostra vita.

Lidia e Battista Galvagno

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