Ad Alba più malattie nervose ma meno tumori rispetto alla media

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ALBA Mario Traina è il direttore sanitario dell’Asl Cn2. Con lui parliamo delle rilevazioni di Gazzetta pubblicate la scorsa settimana e formulate sulla base di dati Istat. Secondo l’inchiesta, in provincia risultava più elevata la mortalità per malattie nervose (soprattutto demenze) e per tumori rispetto al resto della regione.
È vero che nel territorio si muore di più per malattie neurodegenerative rispetto al resto del Paese?
«Sebbene risulti molto complesso tracciare correlazioni di tipo lineare, questo dato può essere parzialmente vero. La dinamica è determinata soprattutto dalla demografia, ovvero dall’incidenza della popolazione anziana. Secondo i dati contenuti nel bollettino epidemiologico, nell’Asl Cn2 al 31 dicembre del 2016 si stimavano 40.105 ultrasessantacinquenni, ossia il 23,4 per cento della popolazione totale (44,1 per cento maschi, 55,9 femmine), mentre i minori di 15 anni rappresentavano il 13,4 per cento. Numeri eloquenti, che condizionano l’incidenza di malattie nervose. In questa categoria non rientrano solo le demenze, ma anche altre patologie come quella depressiva. Nel territorio risulta ad esempio alto il consumo di antidepressivi rispetto al resto del Piemonte».
La nostra elaborazione dei dati Istat suggeriva anche una maggiore incidenza delle patologie tumorali. Conferma le statistiche?
«I tumori maligni rappresentano nell’Asl Cn2 la seconda causa di morte sia per i maschi (30 per cento) che per la popolazione femminile (22 per cento). La mortalità per questo tipo di patologie tuttavia è in diminuzione per entrambi i sessi; i dati registrati inoltre sono inferiori a quanto osservato in ambito regionale. Il dato Istat – leggendo il quale sembra che la provincia se la cavi molto male sul fronte delle malattie neoplastiche – è condizionato dalla performance dell’Asl Cn1, piuttosto negativa e dunque in grado di abbassare la media generale».
Secondo lei, l’alimentazione e l’utilizzo massiccio di fitosanitari in agricoltura può condizionare, a livello territoriale, i numeri sull’incidenza delle patologie?
«È difficile tracciare correlazioni lineari. Alla luce dei dati tuttavia direi che questi due fattori non rendono il territorio più esposto o vulnerabile. Ricordiamoci che i fattori che spiegano fenomeni sanitari così complessi sono eterogenei e molteplici».
Matteo Viberti

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