Carcere: il garante si rivolge ai politici

Tutto tace sul destino del carcere albese
Il carcere Montalto di Alba

ALBA Continua a essere incerta la situazione della casa di reclusione Giuseppe Montalto di Alba, riattivata solo in minima parte. Se dal 2017 meno di cinquanta detenuti si trovano nella sezione un tempo riservata ai collaboratori di giustizia, il resto dell’edificio è abbandonato, malgrado siano stati stanziati dal Ministero 4 milioni e 500mila euro per la ristrutturazione.

Un progetto esiste, come dimostra l’incarico affidato alla ditta romana Magicom ingegneria per il supporto alla progettazione, ma sulla data di apertura dei cantieri continuano a rincorrersi voci diverse. Da qui parte l’ultima iniziativa di Alessandro Prandi, garante dei detenuti, che ha ribadito l’invito ai parlamentari piemontesi a occuparsi della vicenda: «Per le 116 persone che lavorano nel carcere la situazione è precaria, dal momento che rischiano il trasferimento. Da non dimenticare il futuro dei terreni, degli edifici e degli impianti che fanno parte della struttura di proprietà statale, destinati al deperimento in assenza di manutenzione».

L’argomento è stato affrontato durante il Consiglio comunale, a partire da un’interrogazione del consigliere William Revello (Pd), che commenta: «Oggi, con il cambio di Governo, occorre vigilare affinché i denari già stanziati vengano assegnati e i lavori possano iniziare: il continuo rinvio non fa bene».

f.p.

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