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Andrea Gallo va oltre il muro dei 133 orari su mezzi a pedali

Andrea Gallo va oltre il muro dei 133 orari su mezzi a pedali

SAN DAMIANO Il sandamianese Andrea Gallo è entrato a pieno titolo nella classifica dei quattro uomini più veloci del pianeta, raggiungendo la velocità di 133,25 chilometri orari sul prototipo di bicicletta reclinata Taurus. Gallo, trentaduenne, ingegnere progettista meccanico dell’azienda canellese Arol, lavora anche con il team Policumbent, nato in seno al Politecnico di Torino per battere il record del mondo di velocità su mezzi a propulsione umana. L’appuntamento si è svolto in Nevada, negli Stati Uniti, nel deserto di Battle Mountain.

L’obiettivo raggiunto dal gruppo studentesco torinese è arrivato dopo un anno di ricerca, studio, progettazione e tanto allenamento per l’atleta astigiano. La Taurus è un prototipo cui hanno lavorato una quarantina fra ingegneri e ricercatori del Politecnico e alla sua realizzazione hanno contribuito alcuni partner privati, fra cui l’Arol. Proprio dall’azienda di Canelli, infatti, arrivano 35 componenti in alluminio studiati e disegnati per rendere il mezzo più veloce e aerodinamico. Il gruppo di lavoro è coordinato da Paolo Baldissera che ha fatto una riprogettazione completa di Taurus: sono state opportunamente modificate la carena aerodinamica, l’elettronica di bordo e gli pneumatici. In questo modo il mezzo ha perso il 25 per cento del peso rispetto ai modelli precedenti. Due anni fa aveva già raggiunto il primato italiano di 126,9 chilometri l’ora e nei giorni scorsi ha inseguito il primato maschile che Andrea, appassionato di bici da sempre, ha raggiunto. Gallo è uno dei più forti ciclisti amatoriali del Piemonte, con all’attivo moltissime vittorie sia in linea che nelle gran fondo con i colori del team Isolmant.

Per la prova negli Usa Andrea ha usato una particolare bici carenata, reclinata al punto tale che ha pedalato praticamente da sdraiato, avvolto da una carenatura studiata per limitare al minimo l’impatto aerodinamico. Dentro c’era però Andrea, che con la sola forza delle sue gambe ha spinto il prototipo fino a oltre 133 chilometri orari, velocità che gli è valsa il primato italiano. Ora solo 0,5 chilometri orari lo separano dal record europeo, che verrà tentato il prossimo anno.

Grande la soddisfazione del team Policumbent che aveva temuto il fallimento dell’impresa dopo una caduta a causa di una foratura. La carena e il telaio sono stati riparati con un ottimo lavoro, che ha consentito, il giorno seguente, di superare il record italiano e lanciare l’ingegnere di San Damiano nel ristretto Olimpo degli uomini più veloci della terra.

Paolo Cavaglià

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