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Caso Caccia: la figlia Paola e l’avvocato Repici hanno parlato di depistaggio

Bruno Caccia
Bruno Caccia

TORINO A distanza di 35 anni dall’omicidio del Procuratore della Repubblica Bruno Caccia, i famigliari continuano a tenere alta l’attenzione sulle indagini. Nella giornata di ieri (giovedì 15 novembre) la figlia Paola e l’avvocato Fabio Repici sono stati ospiti della conferenza dei capigruppo al Palazzo civico di Torino: «È stata una audizione del nostro avvocato, che si voleva già fare l’anno scorso ma poi era stata rimandata. Proprio in Comune in questa commissione antimafia nel 2013 avevamo rilanciato il caso dell’omicidio di mio padre», spiega Caccia.

L’audizione è stata molto dettagliata: il legale ha parlato per due ore. «Repici ha illustrato le cose che riteniamo anomale nella gestione delle indagini. Sin dall’inizio del lavoro su questo caso lui ha notato un’anomalia di partenza, quella delle indagini fatte direttamente dai “servizi”: questo è stato dichiarato incostituzionale nel processo in corso contro i due poliziotti che hanno partecipato al depistaggio nel caso di via d’Amelio. Non è possibile che i magistrati lascino fare delle indagini ai servizi segreti, che dipendono dal Presidente del Consiglio: le indagini vengono gestite dai magistrati che operano tramite la Polizia giudiziaria. Se c’è stato depistaggio a Caltanissetta, allora c’è stato anche qui. A loro volta fra l’altro i servizi hanno affidato l’indagine a un boss della malavita, Francesco Miano», afferma la donna.

I figli del magistrato ucciso – Paola, Guido e Cristina – sono inoltre in attesa di notizie dal Tribunale di Milano: nell’udienza dell’11 settembre il giudice per le indagini preliminari Stefania Pepe ha chiesto tempo per approfondire i documenti presentati per opporsi alla richiesta di archiviazione formulata dalla Procura di Milano sulle accuse a carico di Rosario Cattafi e Domenico Latella.

«La nostra speranza è che si vada avanti con le indagini e che magari a qualcuno passati tanti anni venga voglia di parlare: è un grande cruccio che chi sa non parli», dichiara Paola.

Paola Caccia

L’avvocato Repici, che è anche impegnato nel processo sull’omicidio di Paolo Borsellino – il cosiddetto Borsellino-quater – nella mattina di ieri ha inoltre presentato alla procura di Torino un esposto per chiedere la revoca della semilibertà al boss Placido Barresi, pluriergastolano che nell’ambito del processo Caccia fu assolto.

Per l’omicidio del Procuratore capo di Torino sono stati condannati Domenico Belfiore, considerato in via definitiva mandante dell’omicidio, e Rocco Schirripa, condannato a trent’anni in primo grado come esecutore materiale dell’omicidio.

Adriana Riccomagno

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