Ecco come ritrovare i punti fermi della vita

PENSIERO PER DOMENICA – PRIMA DI QUARESIMA – 10 MARZO

Quaranta nella Scrittura è un numero simbolico: indica “prima di”, ossia il tempo di preparazione prima di un grande avvenimento. È l’esperienza vissuta da Mosè sul monte, da Elia o dagli Israeliti in cammino, da Gesù, prima del ministero pubblico. Noi oggi siamo chiamati a vivere la nostra preparazione alla Pasqua nel “deserto” del nostro mondo e delle nostre città: un luogo impervio per la nostra vita e per la nostra fede. Ma questo ci fa tornare al cuore della vita cristiana: la fede.

Avere fede è ringraziare. È il messaggio della prima lettura (Dt 26,4-10): il più antico Credo di Israele, in cui vengono ricordati la chiamata di Abramo, il dono della libertà dopo la schiavitù d’Egitto e il dono della terra promessa. La prima formula di fede nella Bibbia è quindi il ringraziamento per la presenza di Dio accanto al suo popolo, per il suo rivelarsi nel quotidiano dell’esistenza, per l’aiuto vitale offerto nei momenti di difficoltà. Anche per noi avere fede è fare memoria, è ricordare che questo dono che abbiamo ricevuto da bambini ha dato senso e pienezza alla nostra vita.

Ecco come ritrovare i punti fermi della vita
Gesù tentato dal diavolo, da miniatura del codice De Predis del secolo XV (Torino, Biblioteca reale).

La fede è resistenza contro le tentazioni. Qui abbiamo come termine di confronto lo stesso Gesù ascoltando la nota pagina evangelica delle tentazioni (Lc 4,1-13). Ci conforta pensare che, nel momento di imprimere una svolta alla sua vita, anche l’uomo Gesù sia stato “tentato” dal dubbio e dall’incertezza sulla direzione da prendere: puntare sul populismo del pane offerto gratis, sul potere terreno, mostrando che lui era il più forte, sul fascino della popolarità tirando dalla propria parte anche Dio o sulla condivisione della vita dei poveri, sulla coerenza di vita e sulla forza della Parola? Gesù ha scelto con chiarezza che direzione prendere e in tutta la sua vita pubblica è stato coerente con la scelta fatta. Le tentazioni di Gesù sono ancora attuali oggi: pensare la fede come un tirare Dio dalla nostra parte, anziché come camminare sulla strada tracciata dalla sua Parola.

Avere fede è affidarsi a Gesù, sulla scorta dell’apostolo Paolo che, scrivendo ai Romani, sintetizza la sua personale professione di fede, tutta incentrata su Gesù: «Chiunque crede in lui non sarà deluso» e «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato» (10,8-13). Questo è Paolo! Parole che troveranno conferma nella seconda Lettera a Timoteo con quella stupenda confessione-testamento: «So in chi ho creduto» (1,12). Fare Quaresima è ritrovare i punti fermi della vita e della fede.

Lidia e Battista Galvagno

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