Autostrada Asti-Cuneo: il Cipe non decide

Autostrada Asti-Cuneo: il Cipe non decide
Il tracciato dell'autostrada Asti-Cuneo

Il Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica) ha esaminato ieri, giovedì 4 aprile, un’informativa riguardo lo sblocco del cantiere dell’autostrada Asti-Cuneo per la realizzazione del tratto tra Cherasco e la tangenziale di Alba a Cantina di Roddi.

«L’approvazione del piano economico finanziario, propedeutica alla successiva delibera del Comitato, è in corso, a seguito della consultazione dei concessionari autostradali  da parte dell’autorità di regolazione dei trasporti», spiega la deputata del Movimento 5 stelle Fabiana Dadone. «Nessun ritardo ma semplice rispetto delle nuove regole per i piani economico-finanziari (rivolte a tutte le società concessionarie) divenute legge con il decreto Genova grazie all’azione del Governo per il corretto riequilibrio del rapporto tra l’interesse dei cittadini e quello dei privati, troppo a lungo squilibrato nell’essenziale ambito delle concessioni autostradali.

Il Governo conferma quindi il suo impegno, al fianco degli enti locali, per il rilancio delle infrastrutture locali».

Ben diverso il parere del presidente della Regione Sergio Chiamparino (Pd): «Non bastano le comparsate e le promesse a risolvere i problemi e far ripartire i cantieri della Asti-Cuneo. Come avevamo detto, i nodi stanno venendo al pettine» commentando il fatto che il Cipe non ha adottato nessuna decisione sulla infrastruttura, anzi: «Con una lettera, la Direzione generale crescita della Ue ha chiesto chiarimenti, in quanto l’ipotesi dell’aumento del prezzo di subentro, ove superasse una certa dimensione, si configurerebbe come turbativa della concorrenza perché eleverebbe una barriera troppo elevata all’ingresso di altri competitori» spiegano in una nota Chiamparino e l’assessore regionale ai trasporti Francesco Balocco. «Si tratta di dare un “aiuto” al concessionario assai più consistente di quello rappresentato da una proroga di quattro anni della concessione sulla Torino-Milano, a cui sarebbe seguita una gara aperta. Al contrario di quello che ci ha garantito il ministro Toninelli, il governo dovrà quindi aprire una interlocuzione ufficiale con la Commissione europea di cui è difficile prevedere i tempi, anche perché è alla fine del suo mandato. Se si volessero aprire davvero i cantieri ad agosto, come promesso, forse resta ancora una portare al più presto al Cipe la soluzione del ministro Delrio, già autorizzata dall’Unione europea».

Alla riunione del Cipe ha assistito la deputata Chiara Gribaudo (Pd) che spiega: «La Commissione europea non ha autorizzato nessun cambiamento degli accordi sull’Asti-Cuneo e il Ministero non ha ancora inviato a Bruxelles nessun dato: dal Cipe è emerso che non si può costruire l’autostrada A33 attraverso l’aumento del valore di subentro sulla A4: nei documenti del governo stesso si legge che potrebbe causare addirittura una procedura di infrazione europea. Ciò significa che il piano di Toninelli è bloccato e che sul moncone di Cherasco è stato girato dal premier Conte solo l’ennesimo spot elettorale, prendendo in giro istituzioni e cittadini cuneesi».

Aggiunge Gribaudo: «L’A33 Asti-Cuneo non era nemmeno formalmente all’ordine del giorno. È stata solo consegnata un’informativa sulle concessioni autostradali, dove la rappresentanza italiana presso la Commissione europea riporta non solo lo stupore degli uffici per la volontà di modificare un accordo già preso e firmato, ma anche l’avvertimento che un valore di subentro eccessivamente alto – spiega la deputata dem – violerebbe la normativa sugli appalti e sarebbe respinto al mittente. Lo sospettavamo e adesso ne abbiamo la certezza: è impossibile alzare il valore di subentro sulla Torino-Milano a un miliardo di euro senza ledere la concorrenza nel settore autostradale. È un regalo inaccettabile al concessionario. Toninelli deve ritirare questa idea assurda e riprendere subito l’accordo firmato dal ministro Delrio, che la Commissione europea aveva accettato e che consente di far partire i cantieri entro il 2019. Adesso basta scherzare, i cittadini di Asti e di Cuneo non possono veder rimandata l’opera di altri due anni per colpa dell’improvvisazione e dell’incompetenza di questo esecutivo».

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