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Accusata di stalking è assolta anche in appello

Al Tribunale di Asti potrebbe andare parte dell’Alessandrino

BRAIDESE Le perizie sulle lettere anonime di minacce hanno scagionato una impiegata di 40 anni.
Si è conclusa con un’assoluzione alla Corte di appello di Torino, prima sezione penale, una complessa vicenda relativa a fatti avvenuti fra il 2012 e il 2014. In quel periodo due coniugi del Braidese erano stati bersagliati da numerose lettere anonime, che contenevano minacce, anche di morte, maldicenze, o dove l’autore fingeva, usando un nome di fantasia, di essere l’amante di uno o dell’altro, oppure ancora scriveva ad altre persone riportando commenti negativi sull’operato di marito e moglie.
Per risalire all’autore delle missive, i due avevano incaricato un perito calligrafo, il quale, con un buon grado di certezza tecnica, aveva attribuito gli scritti a una loro parente con cui ci sarebbero stati rapporti di invidia: si trattava di una donna di 40 anni, impiegata, anche lei della zona. Era quindi partita una denuncia e ne era scaturito un processo per diffamazione, sostituzione di persona e atti persecutori, al Tribunale di Asti: a suo tempo era stato disposto il rinvio a giudizio e all’udienza preliminare i coniugi perseguitati e diffamati si erano costituiti parte civile, mentre l’imputata aveva chiesto il giudizio abbreviato. Il giudice aveva disposto una nuova perizia grafologica, e dopo un confronto serrato in aula, nel gennaio 2016 il giudice per le indagini preliminari Alberto Giannone aveva assolto l’imputata per non aver commesso il fatto.
Sia il pubblico ministero che le parti a quel punto presentavano appello; le parti comparivano quindi davanti alla prima sezione penale della Corte di appello di Torino. Il procuratore generale chiedeva che fosse accolto l’appello proposto dalla Procura della Repubblica di Asti e la condanna a due anni e sei mesi di reclusione; il difensore della donna auspicava che gli appelli fossero respinti. Nella giornata di venerdì 7 giugno, la Corte confermava la sentenza del Tribunale di Asti.
Il legale dell’imputata, l’albese Roberto Ponzio: «Le perizie hanno evidenziato l’estraneità della mia assistita: finisce così un’odissea giudiziaria, connotata di sospetti, che l’ha molto provata psicologicamente».

a.r.

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