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L’alta Langa sarà nel registro dei paesaggi storici e rurali?

Slow Food valorizzerà il vino dei terrazzamenti

PROGETTO I muretti in pietra, i vigneti terrazzati, i noccioleti, gli scau per essiccare le castagne e i ciabòt per gli attrezzi agricoli. Tutti elementi noti a chi ha un minimo di conoscenza dell’alta Langa ma che, uniti, potrebbero portare la zona all’iscrizione nel Registro nazionale dei paesaggi rurali storici.
Se ne è parlato di recente a Cerretto Langhe, in occasione della cerimonia di consegna del Balun d’or, ipotizzando il coinvolgimento nel progetto dell’antropologo di Cossano Belbo Piercarlo Grimaldi, che era tra i premiati.

Il registro è nato nel 2012, contestualmente all’istituzione, presso il Ministero delle politiche agricole, dell’Osservatorio nazionale del paesaggio rurale. Il nome ufficiale dell’albo è “Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali”. Tutti termini che possono trovare riscontro nella realtà dell’alta Langa. L’albo nazionale è stato costituito per raccogliere le candidature provenienti dagli enti locali che rispondano a determinati requisiti di ammissibilità, approvati dalla Conferenza permanente Stato-Regioni. È Il Ministero delle politiche agricole a occuparsi di identificare e catalogare nel registro i paesaggi rurali tradizionali o di interesse storico, definendo la loro integrità e vulnerabilità.

A presentare la candidatura saranno, con ogni probabilità, l’Unione montana alta Langa e l’ente Fiera della nocciola. «I paesaggi candidati devono essere storicamente documentati e avere caratteri di unicità e tradizione», afferma il presidente dell’ente Fiera della nocciola Flavio Borgna. «Si tratta di un riconoscimento dal forte valore simbolico, che potrà servire a rafforzare l’immagine dell’alta Langa anche in chiave turistica e di valorizzazione dei prodotti locali», conclude Borgna.

I siti già iscritti al registro sono 15 e si tratta in gran parte di aree legate a produzioni ben precise. Tra queste troviamo la fascia pedemontana olivata di Assisi-Spoleto, il Parco regionale storico agricolo dell’olivo di Venafro (Molise), le colline vitate del Soave e il paesaggio del Prosecco superiore (entrambi in Veneto), la piana degli uliveti monumentali di Puglia, i vigneti e limoneti di Amalfi (Campania) e i terrazzamenti di Pantelleria. Quattro sono invece i dossier ancora in fase di valutazione: il paesaggio policolturale di Fibbianello di Semproniano (Grosseto), i campi allagati della piana di Rieti, il paesaggio rurale di Melanico, a Santa Croce di Magliano (Campobasso) e i vigneti terrazzati del versante retico della Valtellina.

La tempistica per arrivare al riconoscimento è molto precisa e nel giro di un anno si avrà una risposta. Entro il primo marzo il Ministero e le Regioni raccolgono le schede di segnalazione, dopodiché le trasmettono all’Osservatorio nazionale del paesaggio, che ha un mese di tempo per chiedere chiarimenti o integrazioni a chi ha presentato la candidatura. Entro il 15 settembre l’Osservatorio valuta il dossier e decide se iscrivere il sito nel registro nazionale e, in caso di responso positivo, entro il 30 dello stesso mese il Ministero ufficializza il riconoscimento.

Corrado Olocco

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