Ecco il 5G, la tecnologia di quinta generazione, tra paure e speranze

L’ultrabanda? Ad Alba non si sa che cosa sia 1

IL DIBATTITO Il progresso aumenta la comodità e l’efficienza, ma secondo alcuni esiste una proporzione inversa tra il procedere della scienza e lo sviluppo spirituale. Nei secoli l’uomo ha acquisito immani conoscenze, ma dal punto di vista emotivo è rimasto immutato, anzi ha conosciuto regressioni: il progresso lo avrebbe allontanato dalle sue radici e dalla natura. I cambiamenti climatici, le psicopatologie emergenti e la difficoltà nell’incontrare l’altro sarebbero indizi inconfutabili.

Il 5G si inserisce in questo dibattito, ne è anzi la massima espressione. Si tratta di una tecnologia di quinta generazione, superiore di circa 20 volte al 4G in termini di velocità. Consentirà l’avvento del cosiddetto Internet of things (Internet delle cose): la quotidianità potrebbe avere inattesi sviluppi, dalla chirurgia in remoto alla domotica (si vedano anche gli altri articoli di queste pagine, ndr). Per supportare il 5G sarà necessario installare migliaia di nuove antenne: saranno protagonisti giganti come Nokia, Ericsson, Cisco, Zte e Huawei, con il correlato, mastodontico giro d’affari. È la salute umana a preoccupare: secondo taluni il 5G è innocuo, per talaltri nocivo; per altri ancora sarà nocivo perché inserito in un contesto già saturo di onde elettromagnetiche (Wi-Fi, antenne radiotelevisive ecc.). In queste pagine tentiamo di dipanare un groviglio fatto di interessi e scienza, di visioni del mondo e futuro, di paure e anche di speranze.

A Cuneo la polemica è stata sollevata dopo le vacanze estive dal consigliere comunale Beppe Lauria con un ordine del giorno in cui veniva chiesta al sindaco «un’ordinanza urgente per sospendere la sperimentazione del 5G sul territorio, in attesa della nuova classificazione della cancerogenesi annunciata dall’International agency for research on cancer, applicando il principio precauzionale sancito dall’Unione europea».

Lauria ha aggiunto: «Il National toxicology program ha diffuso uno studio su cavie animali dal quale è emersa una chiara evidenza che i ratti maschi esposti ad alti livelli di radiazioni da radiofrequenza, come 2G e 3G, sviluppino rari tumori delle cellule nervose del cuore. Il rapporto aggiunge che esistono anche evidenze di tumori al cervello e alle ghiandole surrenali. Si sta parlando ancora di 2G e 3G, ma ora si vuol introdurre in modo ubiquitario, capillare e permanente il 5G».

L’avanzata della telefonia cellulare è impressionante

Nella Relazione sullo stato dell’ambiente pubblicata nel 2018 da Arpa (Agenzia regionale sabauda per la protezione ambientale), i ricercatori rilevano: «Il 2017 è stato caratterizzato da un forte sviluppo delle reti di telecomunicazione a larga banda: non solo sono aumentati gli impianti e le potenze in gioco,
ma anche i campi elettromagnetici misurati sono sempre più dovuti a questo tipo di segnali».

I ricercatori Arpa spiegano come in Piemonte la potenza degli impianti per telecomunicazioni – un parametro correlabile con l’intensità di campo elettromagnetico irradiata – ha avuto negli anni un andamento crescente: «Fino al 2011 il contributo preponderante è stato quello degli impianti radiotelevisivi: a partire dal 2012 la loro potenza è andata stabilizzandosi intorno a un valore di 1,1 milioni di W (con una continua lieve flessione verso il basso), mentre ha continuato a crescere la potenza delle stazioni per telefonia cellulare. Questa è in effetti passata da un contributo pari al 34%  del totale nel 2006 al 70 a inizio 2018, superando gli impianti radiotelevisivi».

I sistemi 2G impegnano circa il 30% della potenza installata, costante tra il 2015 e il 2017. Circa il 40% della potenza è invece impiegata dai sistemi 3G, che hanno avuto un incremento di quasi il 20% nel 2015, del 12% nel 2016 e del 9% nel 2017.  L’aumento significativo resta quello dei sistemi 4G, con una potenza che è aumentata di oltre il 76% nel 2015, del 40% nel 2016  e del 50% nel 2017.

Marcarino: solo fake news, ad Alba il Comune va avanti

L’INTERVISTA Marco Marcarino è l’assessore all’ambiente e alle attività produttive di Alba.

Quali sono le intenzioni del Comune sul fronte del 5G, nel breve e lungo periodo, assessore Marcarino?

Alba: Carlo Bo nomina la Giunta comunale 6«Vogliamo stare al passo con le nuove tecnologie che soppianteranno le vecchie, con minor impatto sia sull’ambiente che sulla salute. È già stata avviata un’indagine di mercato».

Ci può spiegare meglio?

«Il Comune intende implementare i servizi vocali e di invio dati offerti dall’attuale sistema di telefonia mobile, in particolare nel centro e nelle aree limitrofe. A questo proposito abbiamo intenzione di avviare una valutazione preliminare, finalizzata alla realizzazione di una rete di copertura cellulare multioperatore con tecnologia Das (Distributed antenna system, Sistema di antenne distribuite) da parte di realtà attive nel settore. Questa sarà la tecnologia utilizzata nel prossimo futuro per il 5G. Gli operatori che avranno manifestato il proprio interesse saranno invitati a presentare una proposta in grado di migliorare i servizi offerti dall’attuale sistema di telefonia mobile. Naturalmente, il progetto e l’eventuale realizzazione dell’infrastruttura non dovranno generare costi per il Comune».

Come verrà protetta la popolazione dai rischi?

«Più di un rapporto dell’Istituto superiore della sanità, solo nel 2019, dichiara non pericoloso il 5G; quindi se una tecnologia non è rischiosa, che senso ha parlare di protezioni?».

Eppure, altri studi sostengono il contrario. La tecnologia deve avere priorità?

«Sebbene pensare a qualcosa di ignoto possa spaventare, sul 5G sono state spese molte parole sui possibili rischi collegati, che si sono rivelate per lo più false. Basti pensare al collegamento che molti hanno voluto trovare tra la caduta di alcuni uccelli e le radiazioni emesse dalle celle 5G, oppure al fatto che quest’ultimo sia pericoloso per il nostro corpo e che per migliorarne il segnale dovremo abbattere migliaia di alberi. Si tratta di tutte fake news, smentite dagli esperti, che hanno affermato che il 5G è molto più sicuro di 4G e 3G, poiché vengono utilizzate celle molto più piccole. Quindi possiamo stare tranquilli. Non ci sono rischi per la nostra salute direttamente collegati alla rete 5G; smettiamola di essere creduloni, fidandoci di chiunque si sveglia il mattino e fa affermazioni assurde solo per avere fama mediatica».

Droni che ci sorvolano, telechirurgia ed efficienza: come la nuova Giunta di Carlo Bo vede il domani legato all’avanzata tecnologica

Si moltiplicano le produzioni letterarie e cinematografiche distopiche, che descrivono una società in cui il progresso tecnologico regnerà sulle esistenze, cancellandone la dimensione spirituale. Allora il prezzo da pagare per la funzionalità e l’efficienza potrebbe essere di scordare l’identità comune. Eppure, la direzione sembra già tracciata e l’avanzare della tecnologia irreversibile. Nell’immaginare il futuro delle città possibile grazie al 5G, l’assessore albese all’ambiente Marco Marcarino dice, ad esempio, per quanto riguarda la sicurezza: «Sarà possibile la trasmissione di video ad altissima risoluzione oppure l’utilizzo di droni per sorvolare aree sensibili o inaccessibili,  come quelle colpite da calamità naturali. Poi, le città intelligenti: sensori Iot (Internet of things)  in determinati punti potranno comunicare in tempo reale a una centrale operativa i dati sul traffico, sull’occupazione dello spazio (ad esempio, in occasione di grandi eventi), su mobilità, congestione dei parcheggi e sull’illuminazione, consentendo di gestire da remoto e in modo rapido le situazioni critiche. Un caso può spiegare: i lampioni dotati di sensori potranno autoregolarsi in base alla quantità di luce e comunicare eventuali guasti alle centrali operative in tempo reale».

Quella descritta da Marcarino è una città governata dalla tecnologia e con poche possibilità di muoversi senza essere sempre registrati; la sorveglianza racchiude il lato oscuro della mancanza di privacy e dell’intrusività delle istituzioni nella vita personale. In medicina invece il 5G potrebbe «permettere al medico di effettuare una seduta di riabilitazione a distanza, controllando l’esecuzione dei movimenti e interagendo con il paziente in tempo reale», prosegue l’assessore.

«Si potranno sperimentare anche ambulanze connesse, con la condivisione dei parametri vitali
e la videochiamata tra veicolo e ospedale a elevata risoluzione». Infine l’industria: «Sono in fase di test servizi di realtà aumentata basati sul 5G; vuol dire che gli operatori, grazie a speciali visori, vedono sullo schermo, affiancate o sovrapposte alle immagini reali, immagini virtuali che danno istruzioni o informazioni per svolgere le attività in modo molto rapido e più sicuro».

 

Elettromagnetismo: gli studi sono insufficienti, ma La Morra è molto esposta

“Giovanni D’Amore è il direttore del Dipartimento rischi fisici e tecnologici dell’Arpa.

In che cosa è differente il 5G dagli attuali sistemi di connessione dei dati, direttore D’Amore?

«Il 5G rappresenta un’evoluzione nel campo delle telecomunicazioni e presenta diverse differenze rispetto alle tecnologie attuali. Dal punto di vista elettromagnetico troviamo ad esempio il cosiddetto beamforming, la capacità di indirizzare il fascio emergente dall’antenna verso l’utente: la frequenza dei segnali, che può essere compresa nella banda 26,5 -27,5 GHz (gigahertz), è quindi molto più elevata rispetto a quella delle tecnologie attuali – in cui le massime frequenze sono all’incirca di 3,5 gigahertz, arrivando a 5 GHz per i sistemi Wi-Fi. Attraverso il beamforming l’esposizione sarà più rapidamente variabile nel tempo, perché dipenderà dalla presenza o meno di utenti in una certa area di servizio, il che potrà anche dare luogo a una bassa esposizione media nel tempo. Le frequenze più elevate sono invece associabili a una maggiore perdita della propagazione e quindi a più piccole aree di servizio, con il seguente aumento delle antenne per coprire il territorio».

Quali sono quindi gli effetti sul corpo umano?

«Alle frequenze più elevate si riduce la capacità di penetrare della radiazione nel corpo umano. Il principio è semplice: più una frequenza è elevata, più l’assorbimento della radiazione è superficiale. Quindi, la penetrazione del 5G è molto bassa: vengono interessate solo le parti più superficiali del corpo, come la pelle e gli occhi. Non vi sono quindi problemi di esposizione diretta degli organi interni. Siccome esistono poche indagini dal punto di vista degli effetti biologici e sanitari indotti da radiazioni del 5G, è comunque necessario che si svolgano studi e approfondimenti per valutare adeguatamente gli effetti sulla salute».

Insomma, significa che non dobbiamo per ora preoccuparci oppure  è vero il contrario?

«È difficile valutare il reale impatto di una tecnologia in fase di sviluppo, che porterà a un numero di infrastrutture sul territorio non facilmente prevedibile. L’impatto elettromagnetico di tutte le antenne da installare deve comunque essere valutato da Arpa Piemonte, che rilascia un parere positivo solo se
il livello complessivo del campo elettromagnetico risulta inferiore ai limiti di legge. Lo sviluppo di questa tecnologia dovrà quindi essere compatibile con i limiti e i valori di attenzione previsti dalle norme nazionali. Allo stato attuale delle conoscenze, i campi elettromagnetici sono classificati dall’Oms (cioè l’Organizzazione mondiale della sanità) “possibili cancerogeni”:  ci sono quindi indizi di un ipotetico ruolo di induzione dei tumori, ma nessuna certezza».

Qual è invece il grado di nocività di altre apparecchiature come telefoni cellulari e Wi-Fi?

«Il sospetto derivante da vari studi epidemiologici è che un uso prolungato del cellulare possa provocare tumori al cervello, ma non esiste, come già detto, assoluta certezza. Per quanto riguarda il Wi-Fi,
si tratta di sistemi a bassa potenza, non superiore a 100 mW (milliwatt) per poter essere venduti, che danno luogo a livelli di esposizione molto bassi nell’ambiente in cui sono installati. Nel valutare l’esposizione complessiva ai campi elettromagnetici a radiofrequenza risulta molto più significativo il contributo dovuto all’uso personale del telefono, in particolare se utilizzato senza vivavoce o auricolari, rispetto a quello di apparati fissi presenti in ambiente quali i sistemi Wi-Fi o le stazioni radio base per telefonia mobile presenti in esterno nelle città».

Ci può fare un esempio di sito, sul territorio di Langa e Roero, esposto all’elettromagnetismo?

Il Tar del Piemonte: «No a nuove antenne Tv sul Bricco del Dente»

«A La Morra le esposizioni possono risultare più elevate rispetto ai livelli a cui siamo normalmente esposti in una città, perché sono presenti trasmettitori radiotelevisivi di elevata potenza che emettono campi elettromagnetici molto intensi. In questo sito si possono raggiungere livelli di esposizione prossimi ai valori limite previsti dalla legge».

v.g.

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