Silvina, pronipote del Papa, ritorna ai luoghi degli avi

DALLA PATAGONIA Un salto indietro di oltre 110 anni per Silvina Vassallo, 34 anni da General Roca, 200mila anime nella provincia del Rio Negro, pronipote del pontefice Josè Bergoglio. L’albero genealogico svela le ragioni del legame: il bisnonno di Silvina, Antonio, era il fratello di Rosa Vassallo, nonna di papa Francesco, partito più di 20 anni prima (era il 1905) della sorella dalla borgata Cagna di Piana Crixia per la Pampa, in cerca di fortuna. La giovane, nel nostro Paese dallo scorso 23 settembre, ci ha raccontato la sua storia e il suo viaggio fra Roma, dove è stata accolta in udienza da papa Bergoglio, e le colline al limitare con la Liguria, terra d’origine del parentado.

Silvina, pronipote del Papa, ritorna ai luoghi degli avi
Silvina Vassallo

«Sono arrivata in Italia per una settimana di studio sul tema dei diritti umani che si è tenuto a Bari dall’1 al 10 ottobre. Ho vinto una borsa di studio che mi ha permesso, a conclusione del percorso di dottorato, di partecipare al convegno», racconta la giovane che in patria è un avvocato specializzato in procedure di diritto commerciale e segue casi nell’ambito del diritto di famiglia.

«Alla presenza in tribunale unisco la docenza: insegno diritto romano all’Università di Rio Negro-Neuquen, sede distaccata dell’ateneo di Buenos Aires». Nei giorni scorsi una visita a Roma e l’udienza col Santo Padre: «Una persona gioiosa e molto disponibile con la quale è stato bello allacciare contatti». Quindi via in treno alla volta di Torino e dei luoghi dell’antica capitale sabauda dove si è compiuto l’antefatto alla partenza del bisnonno per l’Argentina: uno su tutti la chiesa di Santa Teresa d’Avila, nella quale fu celebrato il matrimonio fra Pietro Vassallo e Angela Crema, dal quale nacque Antonio Vassallo.

«Le spiagge della Liguria mi hanno colpito per la sabbia calda, in Patagonia non è così», racconta la giovane donna a proposito dell’esperienza marittima. «Qui ho potuto riconoscere l’area di origine di alcune delle tradizioni diffuse nella mia famiglia, che fanno parte di me».

Carriera universitaria e impegni lavorativi non sono gli unici settori nei quali Silvina investe il suo tempo: da anni è una delle volontarie dell’Associacion lus de esperanza para niños con cancer. La Onlus, fondata nel 2001 dai genitori Atilio Antonio Vassallo e Maria Teresa Enriquez, ha sede operativa a General Roca e una filiale nel centro di Cipolletti; fornisce assistenza materiale, oltre a supporto psicologico, per le famiglie di bambini affetti da cancro.

«Siamo tutti volontari e ognuno contribuisce in base alla sua specializzazione, oltre a provvedere all’acquisto di generi alimentari di base. Gli effetti della crisi economica si sentono: sono sempre più frequenti i casi di famiglie alle quali forniamo alimenti di base come farina e latte per i bambini già debilitati dalla malattia».

Nel 2010 l’amministrazione cittadina ha fornito il terreno sul quale i membri dell’associazione, attivi nel campo dell’edilizia, hanno costruito la sede.

«Il sistema sanitario nazionale si occupa soltanto delle cure mediche, la nostra Onlus interviene a sostegno delle famiglie; in quasi 20 anni di attività siamo diventati un riferimento per l’intera regione. Mettiamo a disposizione psicologi che seguono le famiglie nel periodo delle cure e le aiutano, nella tragica circostanza di un lutto, a sopravvivere alla terribile perdita». L’idea di un impegno nel sociale la famiglia Vassallo l’ha avuta dopo il trasferimento da Buenos Aires alla città del Rio Negro per ragioni lavorative.

Aggiunge Silvina: «Mio padre e mia madre facevano parte di un gruppo che si occupava di adozioni nella capitale. L’esperienza familiare con la patologia li ha spinti nella direzione del supporto alle famiglie dei malati di cancro: per questo, quando sono stata ricevuta in Vaticano dal Santo Padre, ho chiesto e ottenuto la benedizione della bandiera dell’associazione e un messaggio per le famiglie impegnate in questa terribile prova».

Silvina Vassallo ha 34 anni ed è la discendente di Antonio (suo bisnonno), il fratello di Rosa Vassallo, nonna di papa Francesco. Antonio partì nel 1905 dalla borgata Cagna di Piana Crixia. Silvana è un avvocato specializzato  in procedure di diritto commerciale, segue casi nell’ambito del diritto di famiglia ed è docente all’Università di Rio Negro-Neuquen dove insegna diritto romano. Da anni è una delle volontarie dell’Associacion lus de esperanza para niños con cancer. La Onlus è stata fondata nel 2001 dai genitori Atilio Antonio Vassallo e Maria Teresa Enriquez per i bambini ammalati di forme tumorali.

La crisi economica colpisce anche a General Roca, ma c’è sostegno

L’emergenza economica inizia a presentarsi a General Roca, 1.200 chilometri a sud della capitale, centro piazzato nella Meseta, la pianura alta arida del Nord della Patagonia nella quale si aprono valli rigogliose coltivate intensivamente. La città è sovrastata dalla Cordigliera delle Ande e attorniata da distese sconfinate coltivate a mele, raccolte ogni anno da torme di contadini che salgono sugli alberi con il tradizionale sacco sospeso sul petto. «La situazione non è critica come a Buenos Aires, da noi le famiglie hanno un posto dove vivere, non sono sulla strada come nella capitale e non ci sono emergenze legate alla criminalità e allo spaccio di droga», spiega Silvina. «I commedores (qualcosa di molto simile alle nostre mense per i poveri che assolvono anche funzioni di centri di socializzazione tra le persone) sono nati anche qui e organizzano attività per tenere lontani i giovani dalla strada e dai pericoli connessi».

Davide Gallesio

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