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Artigiani premiati ad Alba: il settore patisce scelte politiche errate

ECONOMIA Questa domenica, 17 novembre, nella sala consiliare del palazzo comunale di Alba, gli artigiani dell’Albese hanno ricevuto il premio per la fedeltà associativa: ogni anno il riconoscimento viene consegnato alle aziende che da lunga data aderiscono all’associazione, in particolare da cinquanta e trentacinque anni. Inoltre, non sono mancati i premi per le start up e alla carriera. Gazzetta ha anticipato i nomi dei premiati la settimana scorsa e qui sotto racconta le buone vicende di alcune attività.

La cerimonia è stata aperta dai saluti del sindaco Carlo Bo e hanno partecipato i vertici locali dell’associazione di categoria: il presidente provinciale Luca Crosetto, i due vicepresidenti Giorgio Felici e Daniela Balestra, il presidente della zona di Alba Domenico Visca, con i suoi vice Daniela Casetta e Claudio Piazza.

L’artigianato patisce scelte politiche errate

L’ultimo studio diffuso nei giorni scorsi da Confartigianato Piemonte fotografa una situazione del comparto a livello regionale e nelle province, non proprio rassicurante. A luglio 2019, sono 117.491 le imprese artigiane sul territorio regionale, di cui il 43 per cento sono attive nel campo delle costruzioni. Con una percentuale dell’11 per cento, il secondo settore per importanza è la metalmeccanica, a pari merito con i servizi alla persona. Se si guarda alle dimensioni delle aziende, sono così ripartire: 72.485 composte dal solo titolare; 33.253 hanno da due a quattro addetti, tra titolari e dipendenti; 9.371 hanno da 5 a 10 addetti; 2.157 da 11 a 20 addetti e 225 contano più di 20 persone.

Su questi primi dati si delinea uno scenario non proprio roseo, considerato il perdurare dell’incertezza economica soprattutto a causa degli oneri burocratici contenuti nella manovra finanziaria 2020. Per il secondo semestre del 2019 si ipotizza infatti una diminuzione di circa 288 imprese, di cui almeno 170 tra quelle più piccole, composte dal solo titolare.

Nella Granda, dove risultano 17.679 imprese, si prevede che entro il 31 dicembre ne chiuderanno almeno 21. La perdita più grande riguarda però il Torinese, con 129 imprese in meno nel secondo semestre di quest’anno. Se si guarda al numero di lavoratori del settore, ci si rende conto che l’andamento discendente è iniziato da una decina di anni: se nel 2007 erano 313.533 tra autonomi e dipendenti, nel 2019 se ne contano 240.986; si tratta di oltre 72mila posti di lavoro in meno. I prestiti al comparto sono scesi di quasi il 29 per cento negli ultimi cinque anni, mentre l’apprendistato ha mantenuto un andamento altalenante, minando il futuro lavorativo dei giovani.

Ieri, lunedì, a Cuneo, i vertici dell’associazione e le sezioni territoriali hanno incontrato i parlamentari della provincia. Spiega Luca Crosetto, presidente di Confartigianato Cuneo: «Abbiamo convocato i parlamentari cuneesi per parlare delle questioni relative alla legge di bilancio 2020, che riteniamo essere molto penalizzante nei confronti della piccola-media impresa. C’è un’iniqua distribuzione delle risorse: se si prevede di destinarne il 78 per cento, pari a 23 miliardi, alla disattivazione delle clausole di salvaguardia dell’Iva, si destina appena un miliardo al rilancio degli investimenti ma per continuare a produrre, le nostre aziende hanno bisogno di rinnovarsi e di investire. Stiamo parlando di realtà che operano da decine di anni e di altre appena nate».

Ci sono poi questioni fiscali di rilievo: «Il nuovo Ecobonus, per esempio, prevede per chi effettua lavori di riqualificazione energetica o antisismici la possibilità di chiedere uno sconto immediato sulle fatture all’impresa che ha effettuato i lavori, ma solo le imprese più grandi hanno la capacità finanziaria di anticipare lo sconto, penalizzando come al solito le più piccole e il nostro tessuto artigiano: tra i settori oggi più a rischio, ci sono tutte le imprese che operano nel campo dell’edilizia». Per Crosetto il Cuneese non può sentirsi esente dai rischi: «Proprio perché la nostra provincia è imprenditorialmente attiva, con circa 50mila partite Iva, saremo anche tra i territori più colpiti dagli effetti di queste politiche».

Golosalba è la start up che punta sulla qualità

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Golosalba, azienda dolciaria artigianale nata un anno fa a Diano, è tra le start up premiate dalla Confartigianato. I titolari sono un gruppo di giovani. Come spiega il responsabile dell’azienda Christian Risso, «siamo accomunati da una passione per il buon cibo e, un anno fa, ci siamo detti: perché non recuperare ricette di dolci della tradizione a base di nocciola? Così è nata l’azienda, proponendo ricette unicamente a base di nocciole Piemonte Igp. Gli ostacoli sono tanti e bisogna distinguersi sul mercato con veri prodotti artigianali».

Calosso: la fotografia è scrivere con la luce

Il premio speciale alla carriera è stato assegnato a un artiiano che da quarant’anni ha fatto della macchina fotografica e delle luci i suoi strumenti di lavoro: si tratta di Fiorenzo Calosso, fotografo albese, da un anno pensionato ma ancora in attività nel suo studio in vicolo San Biagio.

L’artigianato patisce scelte politiche errate 1Sessantasette anni, ha iniziato la sua attività di fotografo negli anni ’70: «Come mi sono avvicinato alla fotografia? Prima è stata la curiosità, poi la passione, che mi accompagna ancora oggi in ogni scatto. Ho cominciato da autodidatta, per poi formarmi con una serie di corsi. A un certo punto riuscii ad approdare nello studio di Edoardo Mari, uno dei principali fotografi di Milano, che realizzava le campagne pubblicitarie per i marchi più importanti di quegli anni: mi prese in simpatia e divenni il suo assistente. Ho sempre pensato che, per sviluppare uno stile personale, sia importante conoscere e imparare da chi ha esperienza: ancora oggi ho la sua foto sulla mia scrivania, perché mi ha insegnato moltissimo».

Dalle immagini con protagonisti piatti ricercati o bottiglie pregiate a quelle d’architettura per immortalare luoghi storici o ipermoderni, ma anche la fotografia commerciale e industriale: in ogni scatto, il tratto comune dello stile di Calosso è l’uso della luce. «Ogni fotografia è un connubio di tanti elementi, ma un fotografo non deve mai dimenticarsi che scattare significa scrivere con la luce» .

Calosso sta traghettando il suo studio verso un nuovo futuro: lasciare ai due giovani collaboratori professionisti di Alba la propria attività, mentre lui si dedicherà allo scatto solo per passione.

Pierfranco Viglione, mezzo secolo da artigiano: per distinguersi sono importanti serietà e determinazione nel perseguire i propri obiettivi.

L’artigianato patisce scelte politiche errate 3“Il premio per cinquant’anni di fedeltà associativa è andato all’albese Pierfranco Viglione, che nel 1969 ebbe l’idea di avviare un’impresa artigiana per l’installazione di impianti idro-sanitari, che si chiama
Viglione Snc, con la sua sede in via Rio Misureto, ad Alba. Ricorda il fondatore: «Dopo alcuni lavori come operaio idraulico, pensai di mettermi in proprio e di avviare la mia impresa. Negli anni, poi, la nostra attività è cresciuta e abbiamo aperto anche un negozio di arredo bagno, in modo da essere attivi in tutta la filiera. C’è stata una grande crescita sul fronte della tecnologia, ma anche dei materiali: una volta essere un artigiano era più faticoso, oggi abbiamo a disposizione strumenti di supporto importanti». Attualmente a portare avanti l’azienda sono i due figli Francesco e Giovanni, insieme alla nuora Sara: «Grazie a loro, abbiamo iniziato a realizzare impianti anche nell’ambito industriale; anche se sono pensionato, continuo a essere presente in azienda: come tutti gli artigiani in pensione, che non smettono mai di lavorare davvero, potrei definirmi un consulente».

Siliano: abbiamo cercato di non fermarci e di investire sempre

L’artigianato patisce scelte politiche errate 4Tra i premiati per la fedeltà associativa con alle spalle cinquant’anni di attività c’è l’azienda Bornengo e Trucco Srl di Montà, che lavora nel settore della meccanica. Fabrizio Siliano, attuale titolare, racconta: «L’azienda è stata fondata da mio padre e da mio zio, nel 1966, e siamo felici di poter dire che abbiamo portato avanti l’attività con il loro stesso impegno, facendola crescere nonostante le difficoltà; ci siamo interrogati sulle nostre possibilità, su come evitare di stare fermi e sul modo di andare avanti. La soluzione migliore ci è sembrata investire e approdare in nuovi comparti: così, da gennaio, partiremo anche con il taglio laser». L’azienda produce stampi e stampaggio di lamiere a freddo con varie presse.

Francesca Pinaffo

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