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58 sindaci di Langhe e Roero contro i tagli

58 sindaci di Langhe e Roero contro i tagli

PROVINCIA DI CUNEO  «Per la prima volta rischiamo di non riuscire a chiudere il bilancio al 31 dicembre a causa dei tagli dello Stato». Le parole del presidente Federico Borgna sono amare, ma solo i freddi numeri possono rendere la misura della situazione. 1.156.581 euro su 250 milioni distribuiti in tutta Italia per effettuare la manutenzione di 3.227 chilometri di strade e di 72 istituti scolastici di competenza provinciale per 25.643 studenti.

58 sindaci di Langhe e Roero contro i tagli

La ripartizione dei contributi statali 2019-2033 rischia di far sprofondare la Provincia di Cuneo, la più penalizzata d’Italia. La legge di bilancio del governo Lega- M5s del 30 dicembre 2018 preleverà 12 milioni di euro l’anno e ne restituirà 1,1 milioni per 15 anni. Qualche esempio? Ad Alessandria andranno 7,2 milioni di euro per 1.515 chilometri di strade e 15.179 studenti, ad Asti 3.250.838 euro per 1.174 chilometri di strade e 7.448 studenti.

La Granda è nettamente la Provincia più penalizzata d’Italia per spesa per chilometro di strada e per possibilità di spesa per ognuno degli edifici scolastici gestiti: 6 mila euro per ogni istituto.
«Così non possiamo sopravvivere», ha commentato il presidente della Provincia Federico Borgna, che ha chiamato a raccolta mercoledì 20 novembre i sindaci dell’Albese e del Braidese nel Municipio di Alba. Si trattava della terza tappa del percorso che ha visto due precedenti incontri a Cuneo e Mondovì.

I primi cittadini hanno risposto in massa con ben 58 presenze da Langhe e Roero, con in prima fila il padrone di casa Carlo Bo e il sindaco di Bra Gianni Fogliato. «Quella di Cuneo è la terz’ultima Provincia d’Italia nella graduatoria relativa ai finanziamenti da Roma assegnati a tutte le Province italiane per strade e scuole. Ci sono Province vicino a noi, molto più piccole, che prendono anche 6 o 7 volte di più a causa di criteri di ripartizione che erano sbagliati e che vanno rivisti oppure, se ciò non fosse possibile, vanno previste risorse aggiuntive per riequilibrare i conti», ha spiegato Borgna.

Il presidente era stato preceduto dagli interventi dei consiglieri provinciali della zona Massimo Antoniotti, Carla Boffa, Annamaria Molinari e Roberto Passone, che hanno sottolineato la necessità di tornare a riconoscere alla Provincia ruolo, risorse e personale per la gestione di un territorio molto vasto, oltre a chiedere allo Stato maggiore attenzione per la manutenzione delle scuole e delle strade.
Borgna ha ricordato come la legge Delrio del 2014 che riformava le Province dovesse avere carattere transitorio in vista della riforma costituzionale che poi non è avvenuta. «Oggi le Province sono in mezzo a un guado e ci devono dire se andare avanti o tornare indietro. L’aver tagliato risorse e personale senza però diminuirne le competenze, fa sì che ora i servizi ai cittadini arrivino in ritardo o ridotti. Non stiamo chiedendo niente di speciale, solo un trattamento equo».

Nel dibattito sono intervenuti i sindaci dei Comuni di Castagnito, Sommariva Bosco, Alba, Bra, Monticello, Verduno, Cortemilia, Gorzegno e San Benedetto Belbo: tutti per chiedere azioni forti di protesta e maggior attenzione dallo Stato.

Tutti i sindaci hanno votato un ordine del giorno per chiedere a Governo, Regione Piemonte, Unione delle Province italiane e Parlamento criteri più equi o risorse aggiuntive che possano ridare dignità all’ente e al territorio della Granda.

Soltanto per lo sgombero neve si spendono 7,5 milioni l’anno

Il presidente Borgna ha spiegato le origini dei disagi ricordando che fino a qualche anno fa il sistema Province era finanziariamente autonomo, perché si reggeva su sufficienti incassi provenienti da due tasse (Ipt e Rc auto) e non riceveva contributi statali. Poi sono arrivati i tagli o meglio i prelievi forzosi: su un bilancio di circa 50 milioni di euro dal 2015 vengono prelevati dallo Stato 12 milioni e ne vengono restituiti 4,5. Una situazione già al limite che con il nuovo taglio diventa insostenibile.

«Teniamo conto che soltanto per lo sgombero neve si spendono in media 7,5 milioni di euro all’anno oltre a un milione per il sale; e che per pagare le utenze di tutte le scuole servono circa 4 milioni di euro. In particolare, solo per il reparto di Alba nel 2018- 2019 la spesa per la gestione invernale delle strade è stata di 1.750.000 euro», ha spiegato Borgna.

La Provincia gestisce 2,5 chilometri di gallerie, 64 chilometri di ponti, il reparto di Alba (uno dei quattro con Cuneo, Mondovì e Saluzzo) è quello più oneroso con 914 chilometri, con 1,3 chilometri di gallerie e 20 chilometri di ponti, su cui diventa difficile se non impossibile effettuare le dovute manutenzioni.
Con la nuova ripartizione dei fondi, per il reparto di Alba saranno spesi 728mila euro per la manutenzione delle strade, una cifra ampiamente insufficiente. Il dato che più di tutti rende la misura dell’ingiustizia che si sta consumando è quello relativo al contributo per chilometro che risulta dalla ripartizione dei fondi statali. Con 1.156.581 euro per 3.227 chilometri di strade, pari a 356 euro al km. Ad Alessandria vanno 3.400 euro al km, ad Asti 2.477 euro al km, a Novara 5.802 euro al km e a Treviso, la più “fortunata” d’Italia, 7.743 euro al km.

Marcello Pasquero

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