Enigma case della salute

Enigma case della salute
La sede dell'Asl Cn2 ad Alba

A Verduno si andrà per le patologie acute, per interventi, ricoveri o prestazioni eseguibili solo in ospedale: gli altri servizi resteranno invece sul territorio

«Devo farmi visitare dall’otorino: vado alla casa della salute». In un futuro prossimo forse parleremo così. Sì, perché il sistema sanitario del bacino Alba-Bra dovrà fare i conti con l’apertura dell’ospedale di Verduno ma pure con la riorganizzazione delle attività sul territorio. Lo dice una delibera regionale dell’ottobre 2017: accanto al completamento del nosocomio, bisognerà attivare un sistema di case della salute. Il loro ruolo sarà fondamentale: a Verduno andremo per le patologie acute, per interventi, ricoveri o prestazioni eseguibili in ospedale. Il compito di garantire gli altri servizi spetterà invece alle case della salute.

Quattro sono già state attivate: Santo Stefano Belbo, Cortemilia, Montà e Canale: qui è già possibile ricevere visite ambulatoriali di primo livello e cure infermieristiche. Su questo modello si baseranno i due nuovi presidi di Alba e Bra, che saranno più strutturati e offriranno un maggior numero di prestazioni. Il disegno dell’Asl Cn2 ci viene spiegato dal direttore generale Massimo Veglio: «Se una persona ha un problema di salute, sa benissimo di potersi rivolgere all’ospedale 24 ore su 24. La casa della salute dovrà essere un riferimento certo per problemi che non riguardano Verduno. Saranno cioè i luoghi a cui rivolgersi per la maggior parte dei bisogni sanitari per i quali oggi ci si rivolge in modo improprio alla struttura ospedaliera: basta guardare al numero di codici bianchi in pronto soccorso».
Quali prestazioni erogheranno le case della salute? Visite specialistiche di base, radiografie, ecografie, prelievi, vaccinazioni, cure infermieristiche e altri servizi a bassa complessità. È già stata completata l’acquisizione delle attrezzature, in base al progetto da 288mila euro deliberato e finanziato dalla Regione. Si sta anche lavorando con i medici di famiglia per garantire la loro presenza, così come per la guardia medica. Non mancheranno i pediatri di libera scelta. Tra i nuovi servizi, anche la presenza di consultori che seguiranno i pazienti affetti da patologie croniche, per i quali si stanno predisponendo percorsi di cura, grazie alla collaborazione tra i vari livelli assistenziali.

Resta un grande punto interrogativo circa la collocazione. Per quanto riguarda Bra, le carte sono state scoperte, perché il bando di vendita del Santo Spirito prevede che una parte venga riaffittata dall’Asl per trasformarla in casa della salute. Per Alba, invece, non è chiaro dove sorgerà. Il luogo più appetibile sembra essere l’ex convitto di via Vida, dove già si trovano la direzione, gli uffici amministrativi, il centro unico prenotazioni e altri servizi. Secondo i bene informati, la direzione dell’Asl non avrebbe intenzione di farsi scappare la collocazione, ma al momento non sono state sciolte le riserve.
Spiega Veglio: «Sia per Alba che per Bra, l’idea è di ridurre il numero di sedi, cercando di concentrare in pochi presidi – possibilmente in uno solo – le attività. È già in corso una valutazione, che verrà completata nelle settimane successive al trasferimento a Verduno. Di certo, non potremo prescindere dalle posizioni dell’assessorato regionale e delle Amministrazioni comunali: non posso ancora esprimere un parere definitivo, ma solo confermare le linee d’indirizzo».
Ciò che è certo, però, è che i due presidi non verranno alla luce insieme al nuovo ospedale, come si intuisce anche dal bando di vendita del Santo Spirito e del San Lazzaro, che condiziona la loro disponibilità all’attivazione dei servizi territoriali. In altre parole, fino a quando le case della salute non apriranno i battenti, l’Asl potrà continuare a utilizzare gli spazi attuali.

Lo conferma il direttore generale: «Dal momento del trasferimento a Verduno, ci sarà una fase durante la quale le attività territoriali rimarranno dove sono. Per esempio, i prelievi e le radiografie si continueranno a fare nei due ospedali, così come le vaccinazioni in via Vida ad Alba e in via Goito a Bra, come nelle altre sedi periferiche». Avviato il nosocomio sulla collina, si completerà il discorso delle case della salute: «Oggi siamo assorbiti dal cantiere, dal contratto, dal trasloco. Ma, quando Verduno sarà aperto, concentreremo gli sforzi e le risorse sull’evoluzione sanitaria del territorio, che dovrà svilupparsi in parallelo per far funzionare l’intero sistema».

f.p.

Banner Gazzetta d'Alba