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Nuovo ospedale. Le fake news sui terreni

ALBA Da oltre 20 anni gira la bufala cospirazionista – alimentata su Facebook, dove le false notizie vengono amplificate e trovano terreno fertile – che vede la Curia albese come regista occulto della scelta del sito sul quale è stato costruito l’ospedale unico dell’Asl di Alba-Bra. Già nel 2017, con un articolo letto oltre 100mila volte sui nostri canali Web, abbiamo cercato di fare chiarezza, ma non mancano persone che avallano la tesi.

Nuovo ospedale. Le fake news sui terreni

Per chiarire, abbiamo chiesto all’Asl Cn2 di visionare gli atti di acquisto dei 302mila metri quadrati di terreno su cui è sorto l’ospedale Alba-Bra. Suddivisi in 54 lotti, per oltre 200 proprietari, furono acquistati per 2 milioni e 34mila euro. Una frammentazione che fa capire il tenore delle cifre che “ballarono” per l’acquisto dei terreni. Le proprietà dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero erano pari a 34mila metri quadrati, poco più di un decimo del totale.

In realtà, quello della Curia fu uno dei lotti più estesi e anche uno di quelli pagati meno: così prevede la legge se il terreno non è curato direttamente dai contadini (ipotesi in cui la cifra sarebbe triplicata, rispetto al valore catastale). Nel caso in questione si parte da un valore di 1,83 euro al metro quadrato per un totale di… 63.255 euro. La cifra è espressa in euro, in quanto il contratto verrà firmato solo nel 1998 e l’acquisizione verrà completata nel 2003, un anno dopo l’entrata in vigore della moneta unica.
Per fare un esempio, il lotto dei fratelli agricoltori Rossi (cognome di fantasia) di 32mila metri, fruttò ai proprietari quasi 200mila euro, cioè più del triplo rispetto ai terreni della Curia.

Il responsabile unico del progetto Ferruccio Bianco si occupò direttamente dell’acquisto dei vari lotti: «I terreni dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero furono tra gli ultimi a essere acquistati, in quanto la Curia non era intenzionata a vendere. Tentammo con la permuta di alcuni terreni di proprietà dell’Asl nel Braidese, ma non arrivammo a un accordo».

A questo periodo risale un’altra leggenda metropolitana: la frase attribuita al vescovo Sebastiano Dho, che secondo le voci dell’epoca sentenziò: «Cediamo i terreni, che non si dica che la Curia è contro la costruzione dell’ospedale». Grazie al presunto intervento del vescovo la situazione si sblocca e nel 1998, quando gli altri lotti sono già stati acquistati da due anni, le proprietà dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero passano all’Asl Cn2 per 63.255 euro. Un pessimo affare per chi avrebbe fortemente voluto un ospedale che costerà 200 milioni di euro.

Marcello Pasquero

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