PROVINCIA GRANDA Secondo gli indici di criminalità pubblicati da Il sole 24 ore a fine 2019, la provincia di Cuneo nel campo delle truffe informatiche è passata dalle 1.084 denunce del 2018 alle 1.213 del 2019, 67esimo posto nella classifica nazionale.
Significa che su questo fronte le denunce sono state l’anno passato quasi quattro al giorno. Ma la criminalità non va considerata come un’erba gramigna da estirpare: è invece indice del disagio respirato in una società. Va quindi compresa, nei numeri e nella manifestazioni ma anche nel suo significato più profondo.
Proseguiamo con i dati. Sempre nel 2019, il compartimento di Polizia postale e delle comunicazioni di Piemonte e Valle d’Aosta ha registrato il dato di 538 tra indagati in stato di libertà e tratti in arresto. Per sfruttamento sessuale dei minori on-line sono state indagate in Italia 650 persone, 42 in Piemonte. Le indagini relative al fenomeno dell’adescamento di minori on-line, invece, hanno consentito di indagare 180 soggetti, 20 dei quali nel territorio regionale.
La Polizia spiega poi come «un fenomeno particolarmente insidioso che ha fatto breccia tra giovani e giovanissimi è rappresentato dagli stickers, che consiste nella condivisione, sulle piattaforme di messaggistica istantanea, di adesivi digitali gratuiti, a contenuto offensivo, violento, discriminatorio, antisemita, nonché pedopornografico».
In aumento pure le diffamazioni on-line, soprattutto ai danni di persone che ricoprono incarichi istituzionali o comunque conosciute dal grande pubblico: 2.426 i casi trattati e 738 le persone indagate in Italia, 101 nel contesto piemontese. Infine le truffe on-line: nel 2019 sono state ricevute 196mila segnalazioni, che hanno consentito di indagare 3.620 persone sul territorio nazionale e 258 in Piemonte.
Ultimo punto che riguarda la diffusione della tecnologia è il cyberterrorismo. Gruppi terroristici come Isis utilizzano il Web come principale piattaforma di reclutamento di nuovi combattenti e pianificazione degli attentati. Il compartimento di Torino della Polizia postale ha monitorato 150 canali, 10 piattaforme di messaggistica e 90 soggetti radicalizzati. L’attività sotto copertura ha consentito di denunciare due minori responsabili di propaganda jihadista su canali Telegram.
Il Web diventa così ricettacolo di desideri proibiti e violazioni, abusi, infrazioni. A loro volta, questi “fantasmi” sono indice di una società in cui l’atto criminale muta: si amplifica grazie alle possibilità di connessione garantite dal Web, diventa sintomo allargato di masse dall’identità fragile e al tempo stesso di un impianto comunitario incapace di garantire sufficiente benessere da prevenire il reato.
Sara Elide