Coronavirus: la situazione attuale in Piemonte
Anche in Piemonte cresce l’apprensione per il diffondersi del coronavirus 2019-nCoV dopo che a Roma sono stati accertati i primi due casi italiani. In parallelo alla dichiarazione da parte del Governo di uno stato d’emergenza lungo sei mesi, la Regione si è mobilitata. Abbiamo fatto il punto con l’assessore regionale alla sanità, Luigi Icardi.
Si registrano casi in Piemonte di persone colpite da coronavirus cinese?
«Al momento no. In via precauzionale, alcune persone che presentano sintomi sospetti vengono tenute in isolamento, altre sono sotto osservazione, come prevede il protocollo».
La rete ospedaliera piemontese come sta fronteggiando l’emergenza?
«Le notizie che giungono dalla Cina destano certamente preoccupazione e, pertanto, restiamo in allerta. Da ciò che sappiamo, seppure al momento non esista un vaccino, il virus è particolarmente pericoloso solo nel caso di soggetti che presentano già gravi patologie. Ora è opportuno pensare ad adottare, come stiamo facendo, tutte le procedure che ci consentano di affrontare nella maniera più efficace possibile eventuali casi di infezione.
In questo senso, posso affermare che è stato fatto tutto il necessario: abbiamo incontrato i responsabili di ogni azienda sanitaria e ospedaliera del Piemonte; ciascuna struttura sanitaria della regione, laboratori di analisi e servizio di 118 compresi, sa esattamente ciò che occorre fare in questa e in eventuali successive fasi.
Con la Commissione salute della Conferenza delle Regioni, che coordino, siamo costantemente in contatto con il Comitato di sicurezza istituito dal Governo. Su questo fronte l’Italia si è mossa per tempo e bene, una volta tanto. Lo ha riconosciuto pure l’Organizzazione mondiale della sanità».
C’è preoccupazione tra i cittadini?
«Ai nostri centralini qualche telefonata in più, con richieste di informazioni, sta arrivando, ma anche da questo punto di vista la situazione è sotto controllo».
Quali accorgimenti adottare?
«Anzitutto, non farsi prendere dal panico e nemmeno fomentare situazioni che potrebbero contribuire a creare inutili allarmismi. A livello informativo, è bene discernere le notizie vere dalle tante fake news che circolano, soprattutto su Internet. Per questo, consigliamo di considerare attendibili solo le informazioni che provengono da fonti ufficiali, come la Regione o il Ministero della sanità. A livello sanitario, sono consigliabili tutti quei comportamenti che già mettiamo in atto quotidianamente per preservare la nostra salute e quella delle persone che ci stanno intorno. Insomma, si usi il buon senso».
In alcuni Comuni è caccia alle mascherine. Servono?
«Le mascherine vendute nei supermercati non proteggono dal contagio del coronavirus. Servono piuttosto ad abbassare il grado di contagiosità delle persone che hanno contratto il virus».
Un ampio approfondimento sul tema sarà pubblicato sul numero di Gazzetta d’Alba in edicola a partire da martedì 4 febbraio.
Enrico Fonte