Sgominata la banda dedita al traffico di stupefacenti che pestava i clienti per farsi pagare

CANELLI Tre persone arrestate, una latitante e altre quattro indagate a piede libero per reati che vanno dallo spaccio di droga alle estorsioni e alle rapine usate sistematicamente – assieme alle intimidazioni e pestaggi – come metodo di riscossione per debiti di droga contratti da clienti che diventavano vittime della banda. Gli arresti sono stati eseguiti nella giornata di ieri, mercoledì 12 febbraio, dagli uomini dell’Arma di Canelli, con la cooperazione del nucleo cinofilo di Volpiano e di aliquote delle compagnie di Alessandria e Imperia: i destinatari delle misure di custodia, tre italiani di 35 anni e un albanese di 30, risiedevano a Canelli, a carico di uno di essi, latitante, localizzato in Germania, verrà emesso un mandato di cattura europeo.

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«Il monitoraggio è iniziato la scorsa estate. Il metodo utilizzato dalla banda era consolidato, questo elemento ci lascia supporre che fosse in uso da un periodo antecedente rispetto all’inizio delle indagini: oltre al caso da cui l’investigazione ha avuto inizio, inoltre, non si sono avute altre denunce». Così il maggiore Maurizio Hoffmann, comandante del nucleo operativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Asti. Intercettazioni ambientali e localizzazioni Gps hanno permesso di documentare 72 episodi di vendita sia fra i comuni limitrofi (Montegrosso e Nizza Monferrato) sia su lunga distanza (Alessandria e Imperia).

La droga veniva recapitata a domicilio oppure smerciata presso le abitazioni degli arrestati, tutti incensurati e impiegati, a eccezione del capo dell’organizzazione, un italiano con precedenti per spaccio. «Metodi disumani ancor più biechi perché usati nei confronti di una donna». Il riferimento dell’ufficiale dei Carabinieri è al caso da cui l’inchiesta ha avuto inizio, il tentato suicidio di una donna di 37 anni residente a Canelli. Salvata dai militari, ha dapprima raccontato di aver subito un pestaggio da parte di usurai, quindi, considerate le condizioni di tossicodipendenza, più approfondite analisi hanno permesso ai militari di appurare due brutali pestaggi legati a debiti di droga. Dodici denti rotti, costole spezzate e ferite lacero-contuse danno una misura della brutalità dell’azione: i pusher, per “fideizzare” i clienti, rifiutavano in un primo momento i pagamenti, erano quindi i “picchiatori” a presentarsi a casa delle vittime per la riscossione.

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I componenti della banda sono indiziati anche per una rapina e tre estorsioni ai danni di altrettanti acquirenti. Nel corso delle perquisizioni domiciliari i Carabinieri hanno rinvenuto oltre 3 etti di marijuana, una serra per la coltivazione delle piante e tutto il materiale per il confezionamento.

Davide Gallesio

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