La Finanza di Torino smaschera altri 14 truffatori del coronavirus

Evasione, sequestrati beni per 1,5 milioni nel Cuneese

TORINO Vendevano sul web prodotti che, dalle descrizioni fornite agli acquirenti, garantivano l’immunità totale dal coronavirus; la Giuardia di finanza del gruppo di pronto impiego del capoluogo regionale ha scoperto in tutto il territorio nazionale e deferito per fronde in commercio 14 imprenditori italiani: rischiano fino a 2 anni di reclusione. Sale a 33 il numero dei truffatori del virus scoperti e denunciati in questi giorni.

L’inchiesta coordinata dai magistrati Vincenzo Pacileo e Alessandro Aghemo della Procura locale, iniziata a Torino, si è poi estesa a numerose altre province della penisola (fra le quali Cosenza, Napoli, Foggia, Rimini, Salerno, Caserta, Modena, Cagliari, Campobasso, Mantova e Macerata). Sedici le società segnalate all’autorità giudiziaria per responsabilità amministrative e infrazioni commesse, pesanti le conseguenze, si va dalla diffida alla stipula di contratti con la pubblica amministrazione alla confisca dei beni commercializzati.

I “furbetti del web” erano dediti alle più disparate professioni: agricoltori, venditori porta a porta, titolari di negozi, la vendita per cifre astronomiche (anche migliaia di euro) di articoli come ionizzatori di ambienti, dispositivi di protezione e integratori.

Davide Gallesio

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