Coronavirus: dai commercianti incredulità e amarezza sulle misure della fase2

Coronavirus: dai commercianti incredulità e amarezza sulle misure della fase2

TORINO Incredulità, sconcerto ed amarezza sono le sensazioni a caldo del mondo del commercio. «Mentre tutti gli imprenditori si aspettavano di poter aprire il 4 maggio, abbiamo appreso dal Governo, senza alcuna giustificazione, che la riapertura per noi sarà spostata al 18, che i pubblici esercizi non riapriranno prima del 1° giugno. Si chiede al commercio un sacrifico troppo pesante senza misure compensative e con un annuncio senza commenti». Così Maria Luisa Coppa, presidente dell’Ascom Torino e di Confcommercio Piemonte, commenta le misure annunciate dal premier Giuseppe Conte per l’avvio della Fase 2.

«Nulla si dice in merito al turismo – osserva Coppa – che patirà i danni più gravi di questa emergenza e anche il commercio ambulante rimane sospeso alle decisioni delle singole amministrazioni locali. I commercianti e i loro collaboratori con le famiglie non possono condividere. Non siamo d’accordo nel modo e nel merito. Davvero aprire un negozio o un bar, dove entrerebbero una o due persona alla volta con guanti e mascherina, viene considerato più pericoloso che aprire una fabbrica con centinaia di lavoratori? Con queste scelte si condannano le imprese del commercio e della ristorazione al fallimento».

Ansa

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