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Chirurgiche a 50 centesimi (più Iva) presto dai tabaccai

Chirurgiche a 50 centesimi (più Iva) presto dai tabaccai

MASCHERINE  «Da lunedì 4 maggio, giorno di entrata in vigore del nuovo decreto del presidente del Consiglio, i cittadini che vorranno acquistare le mascherine chirurgiche, le troveranno al prezzo massimo di cinquanta centesimi al netto dell’Iva (quindi 61 centesimi, ndr) in 50mila punti vendita, uno ogni 1.200 abitanti». Lo ha detto sabato scorso il commissario straordinario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri, nella conferenza che ha segnato il «secondo tempo della partita» contro il coronavirus. «Da metà maggio i punti vendita diventeranno centomila, uno ogni 600 abitanti».

Arcuri ha annunciato di aver sottoscritto un accordo con farmacie, parafarmacie, Confcommercio, Federdistribuzione e Coop per mettere in vendita le mascherine al prezzo fissato dall’ordinanza. «Ieri abbiamo cominciato un dialogo serrato con l’associazione nazionale dei tabaccai, con la quale contiamo di sottoscrivere nei prossimi giorni un uguale accordo», ha spiegato. «Parliamo di altri 50mila punti vendita». L’imposta sul valore aggiunto dovrebbe essere tolta a breve. L’accordo, in sostanza, è stato raggiunto con il «ristoro», leggi rimborso, ai rivenditori – la Coop vi ha rinunciato – della differenza tra prezzo imposto e quanto già pagato dagli esercenti ai fornitori per avere le agognate mascherine già in magazzino.

Nelle intenzioni sono ora state superate le difficoltà segnalate a Gazzetta nel corso di un’indagine, non esaustiva ma indicativa, presso le farmacie albesi sulla disponibilità e sul costo delle mascherine, chirurgiche e no. Il 28 aprile alla Divin Maestro le mascherine erano esaurite e ancora non si sapeva «se e come sarà possibile vendere a mezzo euro le chirurgiche, come indicato dal Governo». Stesse parole alla farmacia Degiacomi di corso Langhe: le mascherine sono terminate. Fino a pochi giorni prima, disponevano di quelle chirurgiche vendute a due euro l’una, le Ffp2 a 8,50 il pezzo. «Non possiamo pensare di vendere da domani le chirurgiche a 50 centesimi, considerando che noi le paghiamo un euro e 40», diceva la farmacista. Alla farmacia Internazionale, invece, alcuni prodotti erano ancora disponibili: mascherine lavabili e riutilizzabili fino a un massimo di 15 volte a otto euro, mentre le Ffp2 erano esaurite.

Alla farmacia di via Maestra, le Ffp2 erano ancora disponibili, vendute a un prezzo di 7 euro. In alternativa, quelle formato Tnt, ovvero «tessuto non tessuto» (prodotto industriale simile al tessuto ma ottenuto con un differente procedimento), lavabili per un massimo di cinque volte, a 4 euro l’una.
Fuori città era possibile seguire le opinioni di altri farmacisti, espresse via social: «Può essere giusta l’idea di calmierare i prezzi delle mascherine da parte del Governo, ma non di quelle già pagate» molto di più: sul profilo Facebook lo precisava la farmacia San Gregorio di Cherasco, che nel periodo dell’emergenza ha garantito l’apertura sette giorni su sette, comprese le feste.

I titolari sono sempre riusciti ad avere mascherine anche nei periodi in cui era difficile reperire questi dispositivi di protezione, anticipando ingenti somme, con il rischio di non ricevere la merce, oppure di rivenderla al prezzo di costo. «Ora ci viene chiesto di svendere sottocosto ciò che abbiamo già pagato», si leggeva in uno degli ultimi post, «anche cinque volte tanto, nelle more che arrivino dispositivi a 50 centesimi, magari neppure certificati. È questo il modo di ringraziare le farmacie italiane?». La conclusione finale è ironica: «Abbiamo ricevuto più riconoscimenti dalla pubblicità della Barilla che dal nostro Governo».

Ad Alba, una signora in fila fuori da un negozio commenta: «Mi aspettavo che la protezione e la tutela della mia salute fossero diritti fondamentali. Invece non è così. Bisogna lottare per trovare le mascherine adatte. Chi non ha reti sociali forti o contatti rischia di rimanere sprovvisto. Molti però si aiutano a vicenda. Io ho una decina di mascherine chirurgiche, ottenute senza pagare, grazie a un amico. Un bel regalo. Sono questi gesti a infondere speranza».

l.d. e c.l.

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