CORONAVIRUS La proposta di Francesco Boccia ai presidenti di Regione il 29 aprile non aveva fatto tanto rumore, ma allora gli italiani stavano a casa e non si era tornati alla movida che turba i sonni di molti nella Fase 2. Adesso invece il bando per reclutare 60 mila assistenti civici diventa il caso di giornata, criticato da maggioranza e opposizione. Il ministro Pd degli Affari regionali, appoggiato dal presidente dell’Associazione Comuni (Anci) Antonio Decaro, pensa ai volontari per aiutare chi non ce la fa da solo, come nella fase dell’emergenza più dura, ma anche per far rispettare il distanziamento sociale, l’uso delle mascherine e il divieto di assembramento. Ipotesi queste ultime di cui al Viminale nulla sapevano tanto che dal ministero fanno sapere di non essere stati informati preventivamente.
Un corto circuito che spinge il premier Giuseppe Conte a convocare un vertice con Boccia e le ministre Luciana Lamorgese (Interni) e Nunzia Catalfo (Lavoro). “I Ministri interessati al progetto proseguiranno nelle prossime ore nel mettere a punto i dettagli di questa iniziativa – dicono al termine fonti di Palazzo Chigi -, che mira, per il tramite della Protezione civile, a soddisfare la richiesta di Anci di potersi avvalere, per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, di soggetti chiamati ad espletare, gratuitamente, prestazioni di volontariato”. Ma i volontari “non saranno “incaricati di pubblico servizio” e la loro attività non avrà nulla a che vedere con le attività a cui sono tradizionalmente preposte le forze di polizia”.
De Caro (Anci), sindaci soli, dateci soluzioni – “Chi pensa alle ronde o a giustizieri improvvisati non conosce le cose bellissime che i volontari hanno fatto in questi mesi. E comunque noi sindaci siamo in prima linea da tre mesi, ce la mettiamo tutta, siamo stremati dalla gestione dell’emergenza e non vorremmo ora combattere le insidie della polemica politica. Ci piacerebbero meno dibattiti e più aiuti concreti. Non possiamo essere lasciati ancora una volta da soli”. Lo afferma il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, al termine dell’incontro con i ministri Lamorgese, Boccia e Catalfo sulle guardie civiche.
Zaia, gli ‘assistenti civici’ sono una sconfitta – Il presidente del Veneto, Luca Zaia, considera “una sconfitta” l’impiego degli ‘assistenti civici’ per garantire il distanziamento sociale in spiagge, parchi e locali. “E’ una sconfitta dal punto di vista sociale – spiega – il fatto di mandare qualcuno a spiegare di indossare la mascherina. Vuol dire che c’è un problema culturale. Non abbiamo a che fare con dei delinquenti, ma con dei ragazzi che sono per bene. A questo punto c’è da chiedersi dove abbiamo fallito, perché se non è passato il messaggio… Ritengo che – aggiunge – bisogna avere fiducia nei ragazzi, far capire loro che se vogliono veramente ribellarsi ai controlli indossino la mascherina per protesta”. Zaia conclude sottolineando di essere “sempre concorde con chi si mette a disposizione della società, però ribadisco che è una sconfitta chiedere a qualcuno che faccia l’educatore. Questo è il tema”.
Renzi, assistenti civici sono una follia – “Un ministro ha annunciato la creazione di un corpo di 60.000 assistenti civici. Boh, solo a me sembra una follia finalizzata ad avere visibilità? Come spesso accade la penso come Matteo Orfini. Non sarebbe meglio valorizzare di più il terzo settore e il servizio civile?”. Lo afferma Matteo Renzi nell’e-news.
Nonostante questo, Regioni e Comuni continuano a muoversi in ordine sparso, varando provvedimenti di aperture e chiusure uno diverso dall’altro. Così, all’ordinanza del governatore della Campania Vincenzo De Luca che ferma i locali alle 23 ha risposto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, annunciando che firmerà a breve i provvedimenti per aprire tutti gli spazi della città “possibilmente anche di sera e di notte”. L’opposto del sindaco di Milano Giuseppe Sala che ha vietato la vendita delle bevande da asporto dalle 19. Un provvedimento che nelle intenzioni del sindaco ha l’obiettivo di punire “il consumo di alcolici in piedi se non sarà in un luogo dedicato” ma che di fatto non chiude i locali né la vendita delle bevande nei supermercati. A Roma invece la sindaca Virginia Raggi apre un nuovo fronte: multe fino a 500 euro per chi abbandona mascherine e guanti usati in strada. C’è poi la questione del 3 giugno, che è il vero nodo su cui esiste un confronto acceso da giorni sia tra governo e regioni sia all’interno dello stesso esecutivo.