Si prova a ricominciare ma i clienti sono scarsi

Durante la Fase 2 anche Alba si è messa in moto, ma i negozianti aprono per stare vicini alla loro clientela più che per fare incasso

Si prova a ricominciare ma i clienti sono scarsi

IL REPORTAGE  Primavera inoltrata, persone con le borse della spesa, altre che passeggiano e altre ancora sedute sulle panchine. Sembrerebbe una normale mattinata di maggio, non fosse per le mascherine che quasi tutti hanno sul viso, per le distanze con le quali le persone parlano tra di loro, per le vetrine ancora spente nella maggior parte dei negozi e per i baristi che servono caffè e brioche all’ingresso. A quattro giorni dall’inizio della Fase 2, giovedì 7 maggio, Alba si è risvegliata. Se si torna indietro di una settimana, ai giorni del lockdown, l’impatto è forte: dal silenzio assoluto al vociare, dal confinamento al movimento di una città che prova a tornare a vivere, seguendo le regole di una nuova normalità. A riaprire sono stati soprattutto i ristoranti e i bar, che possono effettuare il servizio da asporto. A livello nazionale, secondo Confcommercio, sono tornati al lavoro il 60 per cento di pizzerie, gelaterie e pasticcerie, mentre i ristoratori e i baristi si fermerebbero al 10 per cento. Il fatturato è inevitabilmente ridotto: il 10 per cento rispetto a prima dell’emergenza.

Sotto le torri, si vedono ancora parecchi locali con le serrande abbassate, con appesi alle vetrine i decreti ministeriali d’inizio marzo, quando è scattato il fermo totale. In alcuni casi, si stanno facendo lavori. Ma c’è anche chi ha riaperto. Quasi tutti, anziché scegliere di fare entrare i clienti uno alla volta, hanno preferito allestire piccoli banchi all’ingresso. Insieme alle lavagne con il menù, a una piccola scelta di brioche e di altri prodotti, campeggia il disinfettante per le mani.

In via Vittorio Emanuele, di fronte al caffè Cignetti, ci sono due persone in fila. «È un nuovo modo di vivere il bar: in questi giorni abbiamo avuto una decina di clienti ogni mattina, che prendono quasi sempre un caffè e a volte una brioche», dice la titolare Carmen Bastan. «Abbiamo percepito la voglia di tornare a vivere, ma è la clientela che manca: senza turisti e afflusso dai paesi vicini, si lavora soprattutto con albesi. Tenere aperto non ci permette di rientrare di quanto perso, ma è un modo per esserci».

La pensa allo stesso modo Umberto Penna, uno dei titolari del Vincafé, in via Maestra: «Il gioco vale la candela? Secondo me sì, anche perché è sempre meglio lavorare che restare chiusi. Abbiamo rivisto clienti: vogliamo dare loro un segnale positivo, in attesa di tempi migliori». In via Don Alberione, a riaprire è stato anche il bar Roma, con all’ingresso Diego Terzuolo, uno dei soci: «La clientela è poca, ma almeno ci siamo. Come tutti, dobbiamo ancora prendere bene le misure con questa modalità: siamo aperti dalla mattina fino alle 18.30, ma ci sono molte ore senza clienti. Non è facile organizzarsi con gli acquisti di prodotti freschi, perché si rischia di sprecare tutto».

Insomma, nei locali si percepisce un misto di energia e di dubbi per quello che sarà. Mariuccia Assola è la capogruppo dei pubblici esercizi albesi: «Oggi, tra chi è aperto e chi no, la differenza sta nella possibilità di lavorare senza dipendenti: per chi avrebbe avuto bisogno di far rientrare personale, in generale la scelta è stata quella di aspettare, per evitare perdite ulteriori». Gli occhi sono puntati alle prossime tappe: «Da parte del Comune, abbiamo avuto segnali molto positivi, soprattutto sul fronte dei dehors, che dovrebbero essere gratuiti per l’estate, con la possibilità di raddoppiare gli spazi. Ora siamo in attesa di avere dettagli concreti».

Ci sono poi questioni aperte, che ad Alba sono al centro dell’attenzione da ben prima dell’emergenza: «Per molti esercenti, il problema più grande è il caro affitti, con cifre sopra alle medie del mercato: si tratta di contratti tra privati, ma è una questione da affrontare, perché per molti esercenti sarà decisiva».

La prossima data importante è il 18 maggio, quando dovrebbe ripartire tutto il commercio al dettaglio: Alba ci prova e si sta preparando.

Francesca Pinaffo

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