L’emergenza coronavirus preoccupa Confartigianato Piemonte

L'emergenza coronavirus preoccupa Confartigianato Piemonte

LO STUDIO L’ufficio studi di Confartigianato imprese Piemonte ha redatto la seconda indagine trimestrale per l’anno 2020, elaborando una serie di quesiti rivolti in via telematica ad un campione di oltre 800 imprese artigiane piemontesi selezionate tra i comparti di produzione e di servizi maggiormente significativi.

Dall’indagine emergono fortissime preoccupazioni derivanti dall’emergenza coronavirus che ha causato l’arresto di quasi tutta le attività economiche del nostro Paese per due mesi e mezzo, e che continua a suscitare gravi incertezze, fino a quando la pandemia non potrà dirsi completamente e definitivamente superata. Proprio per avere indicazioni sulla percezione degli effetti dell’emergenza Covid-19 da parte delle imprese artigiane, abbiamo inserito alcuni quesiti specifici per questa rilevazione.

Per quanto concerne l’andamento occupazionale, il saldo diventa fortemente negativo, precipitando dal 9,02% al – 31,87%; le previsioni di assunzione di apprendisti registrano un saldo negativo di – 42,70%.
Gli intervistati che prevedono investimenti per ampliamenti salgono dall’8,98% al 10,44%, mentre le previsioni di investimenti per sostituzioni scendono dal 26,76% al 12,90% e coloro che non hanno programmato investimenti salgono dal 30,15% al 76,66%.

Le stime di regolarità negli incassi scendono dal 68,28% al 44,97%; le ipotesi di ritardi crescono dal 20,34% al 54,46%.

Il 92,98% degli intervistati ritiene che la diffusione del coronavirus abbia avuto un impatto negativo sulle loro imprese, mentre solo il 7,02% dichiara di non aver subito alcun effetto.

Esaminando la riduzione del volume d’affari causata dalla pandemia l’8,7% del campione stima di non avere avuto alcuna riduzione; 3,80% dichiara una percentuale inferiore al 10 per cento; il 37,19% stima una diminuzione tra il 10 ed il 30 per cento; il 33,21% un calo tra il 30 ed il 50 per cento; il 17,00% una riduzione tra il 50 e l’80 per cento.

Per quanto riguarda gli effetti stimati, il 16,89% degli intervistati prevede cancellazione di ordini, mentre il 5,51% dichiara la cancellazione di eventi o di fiere; il 9,30% ipotizza la mancata o ritardata consegna di merce ai clienti; il 68,50% denuncia una riduzione della produzione.

Tra coloro che hanno dichiarato una riduzione della produzione, il 18,98% la stima tra lo zero ed il 10 per cento; il 40,80% tra il 10 ed il 30 per cento; il 30,17% tra il 30 ed il 60 per cento; il 9,11% oltre il 60 per cento; lo 0,95% denuncia una perdita della produzione del 100 per cento.

«Ben il 91,30% degli intervistati» commenta Giorgio Felici presidente di Confartigianato imprese Piemonte «dichiara una riduzione del volume d’affari con conseguente calo della produzione e dell’occupazione che sarà ancora più marcato dopo l’estate».

Prosegue Felici: «La situazione impone una risposta puntuale e soddisfacente sia dal punto di vista sanitario, sia da quello economico, che sono strettamente connessi. Occorre lo stanziamento di risorse adeguate per potenziare le strutture sanitarie e per individuare un vaccino efficace e disponibile per tutti. Contemporaneamente sono indispensabili misure per semplificare la burocrazia, agevolare l’accesso al credito, ridurre la pressione fiscale. Gli artigiani possono superare anche questa tempesta, ma occorre che le istituzioni facciano la loro parte a favore delle piccole imprese, nell’interesse di tutto il Paese».

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