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Lavori al carcere Montalto di Alba, è ancora tutto fermo

Se al carcere Montalto non partono interventi

ALBA Una fase 2 che in realtà non è mai cominciata del tutto, all’interno di spazi molto ristretti nei quali nella maggior parte dei casi non è stato possibile riprendere le normalità attività: se per tutti il lockdown ha rappresentato una brusca frenata alla vita di tutti i giorni, per chi si trova in carcere il cambiamento è stato ancor più diverso.

A differenza di altri istituti piemontesi, nel carcere Giuseppe Montalto di Alba non sono stati registrati contagi di Covid-19, come illustra il garante per i detenuti Alessandro Prandi nella sua relazione annuale: «Da gennaio a giugno, a fronte di una capienza effettiva di 33 posti, il numero dei detenuti è sceso in modo drastico per via dei provvedimenti adottati, passando da 49 a 34, abbassando così il tasso di affollamento. A differenza di altre strutture, ad Alba non ci sono state proteste collettive, ma la situazione è stata tenuta sotto controllo grazie a una costante informazione, anche nelle situazioni più complesse».

Dopo la fase di lockdown ora sono ripresi i permessi premio, le attività dello sportello del lavoro e del corso di formazione professionale di addetto al giardinaggio e ortofrutticoltura, mentre viene consentito l’ingresso di un solo volontario per espletare pratiche burocratiche, ma non le altre attività di solito portate avanti dai volontari che ruotano attorno alla struttura.

A preoccupare, però, è soprattutto il futuro del carcere: il 30 giugno sembrava essere arrivata la svolta con la pubblicazione, sul sito del Ministero della giustizia, della determina relativa all’avvio della procedura per l’affidamento dell’appalto per la realizzazione dei lavori nella parte abbandonata del Montalto, ma ad oggi non ci sono notizie incoraggianti in merito. Spiega Prandi: «Il 7 agosto ho scritto al funzionario del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria responsabile del procedimento del carcere albese, come ha fatto anche il sindaco Carlo Bo, scrivendo direttamente al Ministero della giustizia. A quanto sembra,  a oggi, l’avviso del 30 giugno era solo una sorta di comunicazione di inizio procedura per emettere il bando, ma non sembra essere stata ancora indetta alcuna gara: rimaniamo in attesa di una risposta dal Ministero”.

Francesca Pinaffo

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