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In manette per aver tentato di riciclare gli introiti delle truffe agli anziani

banconote

ASTI Stavano cercando di ripulire il denaro del quale si erano impossessati, qualcosa come 200mila euro, con una serie di truffe in danno di persone anziane: le manette per gli ultimi componenti della “banda della banconota” ancora in libertà sono scattate all’alba di stamane, giovedì 10 settembre fra le province di Asti, dove viveva il capo, e Torino.

L’operazione, dieci le ordinanze di custodia cautelare notificate di cui tre in carcere, diretta dalla Compagnia dei Carabinieri di Imperia, ha coinvolto i comandi locali dell’Arma astigiani di Canelli e Villanova d’Asti, oltre alle compagnie di Moncalieri e Nichelino. I fermi di stamattina sono l’ultimo sviluppo investigativo dell’operazione Cops che, nel 2019,  aveva permesso alla Compagnia di Imperia di documentare truffe condotte con lo stratagemma della banconote false in tutta la provincia e in altre aree del Nord Italia.

Con una divisa della Polizia (fasulla) addosso il capobanda, che aveva investito con altri i “ricavi” in un villa di 400 metri quadrati con campo da tennis e piscina ad Asti, si introduceva nelle case degli anziani dicendo di dover verificare l’autenticità delle banconote .Una volta ottenuto il denaro se ne appropriava rivelando alle vittime una truffa inesistente, architettata da sedicenti dipendenti di banca.

Il nuovo capitolo investigativo, avviato nel febbraio 2020 ha permesso ai militari di documentare i tentativi di reinvestire in beni immobili e di lusso (tre le auto sequestrate) i proventi dei raggiri: per farlo ricorrevano a prestanome. A destare le attenzioni il contrasto fra tenore di vita e redditi denunciati dagli arrestati, insufficienti, talora, anche alla sussistenza. Elementi che hanno indotto i magistrati del Tribunale di Asti a emettere i provvedimenti di custodia a carico degli indagati: dovranno rispondere delle accuse di intestazione fraudolenta di beni compiuta per evitare i provvedimenti antiriciclaggio.

Davide Gallesio

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