Allarme Anap Piemonte: no a ulteriori tagli delle pensioni!

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PENSIONI «Ancora una volta il Governo fa cassa tagliando le pensioni degli anziani». È quanto viene dichiarato dal Presidente di Anap Piemonte, Giuseppe Falcocchio, sulla base della bozza di Legge di bilancio 2021 apparsa sugli Organi di stampa, nella quale si legge che la rivalutazione annuale piena delle pensioni, bloccata a più riprese da vari Governi da parecchi anni a questa parte, e che doveva andare a pieno regime dal primo gennaio 2022, slitterebbe al primo gennaio 2023.

Anap Piemonte (Associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato Piemonte) rappresenta circa 22mila persone su tutto il territorio regionale. «È dal 2011 che le pensioni subiscono una svalutazione a causa delle leggi che hanno deciso il loro mancato o parziale adeguamento all’aumento del costo della vita», prosegue Falcocchio, «a cui si aggiungono un meccanismo di perequazione automatica del tutto inadeguato, quando questo viene applicato, e l’erosione dovuta alla tassazione sperequata e all’aumento delle addizionali locali senza progressività». Aggiunge il presidente: «La riproposizione di un ulteriore blocco sarebbe una profonda ingiustizia ai danni di contribuenti che hanno lavorato e contribuito per un’intera vita lavorativa e che adesso meriterebbero maggiore considerazione da parte dello Stato, tanto più che, nonostante la rilevante perdita di potere di acquisto che hanno subito le loro pensioni e sebbene quasi il 50 per cento di loro sia sotto o vicino alla soglia di povertà, è grazie al loro sostegno che molte famiglie di giovani hanno potuto andare avanti, specialmente nell’attuale periodo di pandemia».

Conclude Falcocchio: «Se effettivamente il testo della Legge di bilancio diffuso in bozza fosse veritiero, invitiamo il Governo a cancellare quelle subdole righe prima che la proposta di manovra 2021 sia presentata in Parlamento ed eventualmente invochiamo l’attenzione delle forze di maggioranza e di opposizione affinché si adottino modifiche parlamentari che confermino il meccanismo di rivalutazione piena».

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