Ultime notizie

Più che un calo dei boschi, sulle colline piemontesi sta avanzando l’incolto, con l’agricoltura e l’allevamento impoveriti

Più che un calo dei boschi, sulle colline piemontesi sta avanzando l’incolto, con l’agricoltura e l’allevamento impoveriti

LETTERA AL GIORNALE Gentile direttore, prendendo spunto dall’articolo sul turismo di Maria Delfino, in cui si evidenzia il calo di boschi e aree incolte nell’Albese vorrei segnalare che tale fenomeno riguarda un’area molto limitata della zona del Barolo, ma in generale sulle colline piemontesi l’incolto avanza.

L’agricoltura ha alcune punte virtuose come i vini di qualità, ma in generale è in condizioni difficili. I seminativi danno prodotti che costano come 50 anni fa, determinano passivi e stanno rarefacendoci. L’allevamento va spostandosi sulla pianura e le classiche nostre stalle sono un ricordo. Il legname non vale più nulla: bisogna pagare perché qualcuno porti via noci che 30 anni fa costavano un milione di lire l’uno. A essere trasparenti, anche la viticoltura ha situazioni diverse, e se nella zona del Barolo gli utili sono ancora garantiti, per molte altre uve i prezzi sono sotto ai costi di produzione e ammortamento degli investimenti. Il sostegno pubblico continua a essere un elemento di equilibrio ma gestirlo al meglio non è automatico e porta a scelte non facili. Per esempio lo scorso anno l’assessore all’agricoltura della Regione non ha completato il finanziamento a tutti i richiedenti che impiantavano nuovi vigneti decidendo di mettere tutti i fondi sulla promozione, che sale così a quasi 10 milioni, senza che si capisca bene come li si possa spendere con le regole correnti degli scorsi anni.

Un vuoto molto grosso per chi aveva avviato nuovi vigneti anche in zone dove invece si assiste all’abbandono di vigne e terreni. È comprensibile che si voglia spingere la commercializzazione e finanziare di più chi va per il mondo ma, per fare turismo e onorare il sito Unesco, dobbiamo anche preservare quello che ci è stato riconosciuto e cioè il patrimonio viticolo e dargli una possibilità anche in aree limitrofe. In quelle aree dove possiamo immaginare di farlo convivere con gli aspetti naturali e ricreativi.

Fa quindi piacere leggere del progetto viticolo sui terrazzamenti così come, da parte mia, sto sostenendo il sindaco di Clavesana per una manutenzione del percorso nel bosco di Rio Garino, dai Calanchi fino a Belvedere, in modo che ci si possa avventurare nella vegetazione non distante dai vigneti. La Langa di Cortemilia e Murazzano, la Langa occidentale (come chiamo quella oggi oggetto di nuovo interesse da Rocca Cigliè a Clavesana) ha le risorse per quanto si desidera in futuro. Richiede un po’ di coordinamento con l’avviata locomotiva albese.

Claudio Rosso

Banner Gazzetta d'Alba