Scontro tra Confindustria e sindacati sul recente sciopero dei metalmeccanici

La percentuale di adesione allo sciopero indetto dalle sigle sindacali non va oltre il 15% nelle imprese della nostra Provincia

Scarsa partecipazione alla mobilitazione dei metalmeccanici: «Si al dialogo e al confronto, no a situazioni che rischiano di innescare tensioni e disordini sociali» 1

METALMECCANICI  Si è tenuto giovedì 5 novembre uno sciopero di quattro ore dei metalmeccanici indetto da Fim, Fiom, Uilm per far ripartire subito il confronto sulla nuova piattaforma contrattuale per il rinnovo del contratto di lavoro.

Scarsa partecipazione alla mobilitazione dei metalmeccanici: «Si al dialogo e al confronto, no a situazioni che rischiano di innescare tensioni e disordini sociali»
Marco Costamagna, presidente della sezione meccanica di Confindustria Cuneo

In merito alla mobilitazione il presidente della sezione meccanica di Confindustria Cuneo, Marco Costamagna ha commentato: «La percentuale media di adesione nella nostra provincia è stata prossima al 15%: il dato risulta da un’indagine che abbiamo svolto presso le aziende nostre associate. Non solo è stata molto bassa la partecipazione all’iniziativa, ma in un momento delicato come quello che stiamo vivendo, con una grave emergenza sanitaria in atto, la proclamazione di uno sciopero denota anche scarso senso di responsabilità».

«Il lockdown genera un’apprensione quotidiana: sono molti i lavoratori che stanno attraversando una situazione difficile e riteniamo profondamente sbagliato generare situazioni che potenzialmente rischiano di scatenare tensioni e fomentare disordini sociali», conclude Costamagna. «Gli strumenti in cui crediamo sono il dialogo e il confronto. Solo mettendo al centro l’obiettivo assoluto del lavoro, possiamo continuare a confrontarci su tutti i temi, compreso quello del rinnovo del contratto nazionale».

«Nella dichiarazione fatta dal presidente della sezione meccanica di Confindustria Cuneo, Marco Costamagna colpisce non tanto la, solita, guerra di cifre sull’ adesione allo sciopero del 5 Novembre per rivendicare una ripresa della trattativa per il rinnovo del Ccnl quanto, soprattutto, l’accusa di scarso senso di responsabilità in un momento delicato legato all’ emergenza sanitaria in atto», ribattono le segreterie cuneesi di Fim, Fiom e UIlm.

«Vorremmo ricordare a Costamagna che i dipendenti delle imprese metalmeccaniche è da marzo 2020 che dimostrano  “responsabilità” andando a lavorare, nonostante la pandemia, chiedendo di condividere protocolli sulla sicurezza sanitaria, che avrebbero salvato sia il diritto alla tutela della salute, sia la necessita di assicurare il “bilancio aziendale” perché spesso siamo più attenti noi ai bilanci delle aziende, che tradotto significano prima di tutto occupazione e poi, forse, salario dignitoso».

«Chiediamo a lui se può garantire che tutte le imprese abbiano rispettato i protocolli, che i vari manager o responsabili di produzione si siano preoccupati di mettere sullo stesso piano salute e fatturato. A noi risulta che in molte situazioni, vi sia una scarsa attenzione», aggiungono dai sindacati dei metalmeccanici.

«La responsabilità significa aver atteso un anno dal primo incontro, eravamo nel novembre 2019, niente pandemia, niente particolare crisi economica mondiale, molte imprese cuneesi hanno realizzato utili importanti pur in presenza di comparti che vivono trasformazioni legate a nuove tecnologie di processo nonché di prodotto. Quindi chiediamo a lei chi è che non ha messo responsabilità, per arrivare ad una soluzione sul rinnovo del Ccnl, per valorizzare le capacità professionali delle persone, per costruire quella partecipazione che guarda al futuro e rafforza la coesione sociale. Non solo in tempi di Covid-19, ovviamente».

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