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Il sito Acna sarà messo in sicurezza entro il 2021?

Il sito Acna sarà messo in sicurezza entro il 2021?
Il sito di Cengio visto dall’esterno. Una parte delle aree da mettere in sicurezza si trova lungo il Bormida.

VALLE BORMIDA Il 2021 dovrebbe vedere la conclusione degli interventi di messa in sicurezza permanente della zona A1 del sito Acna. Si tratta dell’area un tempo occupata dai bacini con i reflui di lavorazione e nella quale sono stati stoccati circa un milione e mezzo di metri cubi di terreni contaminati. La notizia, proveniente da Eni rewind (la società proprietaria del sito di Cengio), va presa con cautela poiché il sito Web aziendale parlava già del 2020 come termine per la conclusione dei lavori, ma se la scadenza verrà rispettata si tratterà di un passo avanti rispetto ai cinque anni di tempo fissati ad aprile dai Ministeri dell’ambiente e dei beni culturali. Alla conclusione degli interventi di bonifica, Eni rewind effettuerà un piano di monitoraggio trentennale del sito, come avevano indicato in primavera i due Ministeri su sollecitazione della Regione Piemonte.

Per quanto riguarda le altre parti dell’ex area industriale di Cengio, Eni rewind ricorda che sono stati già ultimati gli interventi nell’area A2 (quella che potrebbe essere riutilizzata) e nell’area A4 (l’ex discarica di Pian Rocchetta, a cavallo tra Piemonte e Liguria) e che per entrambe è stata certificata l’avvenuta bonifica. Invece, per l’area A3, quella golenale lungo il Bormida, Eni dichiara di essere in attesa della convocazione di una conferenza dei servizi da parte del Ministero dell’ambiente per la realizzazione del progetto di ripristino degli argini presentato nel dicembre di due anni fa.

Per quanto riguarda il possibile riutilizzo delle aree ex Acna, la situazione è ancora incerta. Eni rewind ha comunicato che «a oggi non sono state formalizzate richieste di confronto o manifestazioni di interesse», ma ha aggiunto di essere «disponibile a valutare proposte sia da parte delle istituzioni, sia di imprenditori, che siano anche proficue per le attività del territorio». Nelle scorse settimane era anche tornata a circolare l’ipotesi di realizzare un carcere nel sito di Cengio. Il tema è stato affrontato anche in un incontro istituzionale svoltosi in Provincia, a Savona, ma al riguardo Eni precisa «di non avere ricevuto alcuna richiesta da parte dei Ministeri competenti».

Quindi, in assenza per ora di manifestazioni di interesse per reindustrializzare l’area e con l’ipotesi del carcere ancora molto teorica, il solo progetto per il sito resta quello del biodigestore, presentato dalla proprietà nell’estate 2019. Si tratta di un impianto per trasformare la parte umida dei rifiuti solidi urbani in olio da usare come combustibile o biocarburante. Il progetto, che ha diviso anche il Consiglio comunale di Cengio (l’opposizione è contraria all’impianto) aveva già incassato nei mesi scorsi la bocciatura senza attenuanti dei sindaci piemontesi e dell’associazione Rinascita Valle Bormida.

Corrado Olocco

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