Perché, nel nome di Beppe Modenese, Alba non fa una mostra sulla moda?

LETTERA AL GIORNALE Leggo con rammarico sulla Gazzetta d’Alba della scomparsa del commendatore Giuseppe Modenese (Alba 1927 – Milano 2020) presidente emerito della Camera italiana della moda, un grande albese, un personaggio defilato e straordinario, uno dei padri del fashion italiano, un comparto economico che si è affermato in tutto il mondo sin dagli anni ’50 dello scorso secolo.
Con Giuseppe (Beppe) Modenese scompare l’ultimo affermato albese appartenente a quel ristretto gruppo di giovani sognatori che alla fine degli anni ’40 si ritrovavano nella piccola realtà albese che al tempo offriva poche prospettive nel realizzare i progetti per il futuro. Quei giovani sognatori grazie al loro talento sono poi diventati importanti nelle loro rispettive carriere, come: Guido Sacerdote, pioniere della televisione italiana; Umberto Tirelli, grande sarto di costumi teatrali e per il cinema; e Beppe Modenese, ossia colui che portò il prêt-à-porter da Firenze a Milano creando così una straordinaria vetrina mondiale della moda italiana.

Perché, nel nome di Beppe Modenese, Alba non fa una mostra sulla moda?

L’ultima volta che ho incontrato Beppe Modenese, sempre impeccabile nella sua discreta eleganza sia di comportamento che di abbigliamento come indelebili emblemi dei suoi tratti distintivi propri di un vero signore, risale ad alcuni anni or sono alla reggia di Venaria reale in occasione dell’inaugurazione di una straordinaria mostra celebrativa dedicata ai costumi per il cinema e il teatro prodotti dalla sartoria romana di Umberto Tirelli. Durante il vernissage avevamo ricordato insieme le figure di Sacerdote e Tirelli, componenti di quel gruppo di giovani sognatori che si erano poi ritrovati a Milano agli albori delle loro rispettive e importanti carriere.

Modenese aveva partecipato ad alcune interviste per la redazione dei due miei libri su Guido Sacerdote, ove avevo colto l’occasione per ritagliare uno spazio biografico dedicandolo a Modenese e a Tirelli, al fine di non far cadere in oblio queste personalità di straordinarie capacità creative. Sono certo che i miei conterranei sapranno ricordare in modo adeguato la memoria di Modenese in future iniziative, a esempio con una mostra sulla grande moda italiana nell’arco temporale della seconda parte del XX secolo e una menzione nella toponomastica cittadina per ricordare l’importante figura di Beppe Modenese.

Franco A. Fava

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