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Tra Italia e Francia un modello per gestire i rifiuti nelle aree disperse

Si è svolto a Saluzzo e online l’evento conclusivo del progetto transfrontaliero che ha avuto come capofila il Consorzio Sea di Saluzzo, con Coabser, Erica e partner francesi

Tra Italia e Francia un modello per gestire i rifiuti nelle aree disperse

SALUZZO Si è chiuso con il convegno InTeSe, un modello per gestire i rifiuti nelle aree disperse, il progetto transfrontaliero InTeSe, Innovazione Territorio e Servizi per una gestione sostenibile dei rifiuti, finanziato nell’ambito del Programma di cooperazione transfrontaliera Francia–Italia Interreg V Alcotra 2014/2020, che vede come capofila il Sea (consorzio che conta 54 Comuni del territorio saluzzese-saviglianese-fossanese) e coinvolti anche il Coabser (Consorzio albese braidese servizi rifiuti) e la cooperativa Erica di Alba, e i partner francesi della Communauté de Communes du Guillestrois et de l’Escartons du Queyras, la Communauté de Communes du Pays des Ecrins e Smitomga, sindacato misto intercomunale di trattamento dei rifiuti urbani del Guillestrois, del Queyras e dell’Argentiérois.

Numerosi gli ospiti di rilievo dell’evento, aperto dal presidente del Consorzio Sea, Fulvio Rubiolo, e moderato da Roberto Cavallo, divulgatore ambientale e amministratore delegato di Erica: da Stefania Crotta, direttore della Direzione ambiente, energia e territorio della Regione Piemonte, a Luca Mercalli, divulgatore scientifico e presidente della Società meteorologica italiana, da Andrea Barbabella della Fondazione per lo sviluppo sostenibile a tutti i partner del progetto. InTeSe (acronimo che indica i principi ispiratori del progetto ovvero innovazione, territorio e servizi) nasce da un partenariato già attivo nella precedente programmazione (il Consorzio Csea di Saluzzo e la Comunauté des Communes du Guillestrois con il progetto ReTe) che si è ampliato includendo a Est il Coabser di Alba-Bra e in Francia la Communauté des Communes du Queyras e quella del Pays des Ecrins. Il progetto ReTe aveva già prodotto un’applicazione che consente di fornire ai cittadini informazioni sui Servizi di igiene urbana e che è stata ampliata e capitalizzata da InTeSe anche grazie agli sviluppi tecnologici degli ultimi anni sui servizi tramite la app.

In.Te.Se., tra Italia e Francia un modello per gestire i rifiuti nelle aree disperse

Partendo da questo intento e dai risultati e dal partenariato precedente, InTeSe ha raggiunto un obiettivo nuovo che è la definizione di un modello innovativo di progettazione dei servizi di igiene urbana per le aree disperse, sia montane sia nelle pianure adiacenti. Questo modello si basa sulla sperimentazione di soluzioni ad hoc e sull’analisi dei relativi costi legati alla necessità di fornire servizi ad aree dove i costi di trasporto sono alti e le economie di scala sono difficili e dove ci sono fluttuazioni legate ai flussi turistici, come stazioni da sci o escursionismo, rifugi, Comuni con più seconde case che residenti.

InTeSe è dunque andato a definire tre assi principali di intervento che consentono di proporre un nuovo modello riducendo i costi dei servizi e ottimizzandoli grazie a una maggiore flessibilità temporale e dimensionale. I fattori chiave su cui lavorare per impostare i progetti di servizi in aree disperse, emersi dalle varie relazioni proposte dai partner del progetto durante l’evento, sono dunque i seguenti:

  • Il compostaggio domestico, collettivo, manuale e non (in questo progetto sono state sperimentate tutte le soluzioni e possibilità e monitorati i risultati); questa azione consente di limitare i costi di trasporto e trattamento per circa il 30% dei rifiuti.
  • Il riuso che consente di evitare il costo di smaltimento o avvio al riciclo di tutta una serie di beni che rientrano in un’ottica circolare nel ciclo produttivo con riduzione dei costi per i cittadini, come per esempio oggetti a 50 centesimi al chilo al centro del riuso di Bra o materiali per bricolage ed edilizia alla ressourcerie in Francia,
  • La tecnologia e l’innovazione digitale che consente di progettare servizi e di erogarli solo quando e dove necessario, come i servizi per le seconde case o a chiamata o servizi su misura per aree turistiche o per il centro del riuso.

La pandemia ha fatto emergere ancora di più l’esigenza di avere servizi resilienti e flessibili sul territorio, cosa che consente anche in un anno difficile di ottenere risultati importanti come la riduzione dei costi o di promuovere azioni collettive e sociali in gradi di cementare le relazioni all’interno anche delle piccole comunità (vedi per esempio il ruolo dei volontari sul compostaggio e delle casette del compostaggio).

«Siamo arrivati alla fine di InTeSe e per noi si è trattato di un progetto molto interessante, per il quale abbiamo avuto numerosi riscontri positivi da parte delle comunità locali», afferma Fulvio Rubiolo, presidente del Consorzio Sea. Aggiunge Rubiolo: «Ciò ci inorgoglisce, ma allo stesso tempo ci fa ben sperare per il futuro, confermandoci che le risorse che l’Unione europea ha messo a disposizione per questa iniziativa sono state ben spese. In particolare, i progetti sperimentali sulla raccolta dell’umido nelle comunità locali disperse stanno fornendo ottimi risultati. Nonostante l’introduzione di nuovi macchinari come le compostiere collettive e un sostanziale cambiamento di abitudini nel conferimento del rifiuto umido, la risposta del territorio è stata buona. Un grazie quindi a tutti i partner italiani e francesi, nella speranza che anche nella prossima programmazione Alcotra questa fruttuosa collaborazione possa proseguire».

Maggiori informazioni e dettagli sono disponibili sul sito ufficiale del progetto: www.inteseinterreg.eu, dov’è possibile scaricare anche gli atti del convegno e visionare il video integrale dell’evento. La registrazione del convegno è disponibile anche sul canale YouTube di Erica e sulle pagine Facebook del progetto Intese e di Erica.

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