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Covid: enoteche italiane, il divieto di asporto è discriminatorio

Lettera aperta del presidente di 'Vinarius' Andrea Terraneo, al premier Conte

Covid: enoteche italiane, il divieto di asporto è discriminatorio

ENOTECHE La norma che vieta ai negozi specializzati, come le enoteche, la vendita da asporto delle bevande dopo le 18, contenuta nel Dpcm in vigore da oggi, «crea una discriminazione, mentre la consente a tutti gli altri negozi commerciali, e va cancellata». Lo chiede, in una lettera aperta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, Andrea Terraneo, presidente di ‘Vinarius’, associazione delle enoteche italiane.

«Comprendiamo – scrive Terraneo – il momento di forte difficoltà che sta attraversando il nostro Paese a causa della pandemia e il complesso contesto con cui vengono prese le relative decisioni incorrendo in possibili errori nella indicazione dei codici Ateco, ma chiediamo un sollecito chiarimento in merito affinché non vengano discriminati attività e operatori professionali appartenenti al settore del commercio di bevande alcoliche e analcoliche. Inibire l’apertura dopo le 18 toglie all’enoteca il 30% del fatturato giornaliero in un quadro economico generale che ci vede già penalizzati. Appare evidente – continua Terraneo – che lo spirito che anima tale divieto non è demonizzatorio nei confronti delle bevande alcoliche in sé ma è invece quello sanitario volto a evitare assembramenti, fattore di primaria importanza. Non comprendiamo però il motivo per cui viene impedito a centinaia di enoteche sparse sul territorio nazionale di operare lasciando invece libertà di farlo alla grande distribuzione organizzata incorrendo maggiormente nel rischio di assembramenti».

(ANSA)

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