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Deposito delle scorie nucleari: per scegliere il sito siano considerate le vocazioni agricole

Nucleare: nelle aree potenzialmente idonee al deposito nazionale c'è Carmagnola
L'area individuata

SCORIE Nel corso del Consiglio regionale di martedì 26 gennaio, seguito all’assemblea aperta incentrata sulle ricadute generali della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale rifiuti radioattivi, l’aula ha esaminato ha approvato cinque ordini del giorno.

In particolare l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati ha dato parere favorevole ai documenti proposti da Fdi, Lega, M5s, Pd e Fi.

Tra questi quello presentato dal Consigliere Pd Alberto Avetta che impegna il presidente e la Giunta regionale «a sostenere presso i ministeri competenti le ragioni di una adeguata proroga della scadenza per presentare le osservazioni affinché tutti i soggetti interessati possano sviluppare i necessari approfondimenti», a garantire «tempi rapidi e certi per la realizzazione del deposito unico nazionale e per la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi», a dedicare le attività «di tutte le competenze tecniche e professionali della Regione per elaborare studi e analisi propedeutiche al dibattito» e «a informare i piemontesi con la massima trasparenza e con particolare attenzione alle preoccupazioni delle popolazioni residenti in aree già compromesse sotto il profilo ambientale e più direttamente interessate dai siti potenzialmente idonei».

«Il percorso avviato con la pubblicazione dell’elenco dei possibili siti per il deposito unico dei rifiuti nucleari, sarà trasparente, lungo e articolato e coinvolgerà i territori. Nulla è stato deciso e abbiamo davanti alcuni mesi in cui si potrà discutere, difendendo le ragioni delle aree di pregio agricolo o ad alta vocazione turistica. La Regione non può far finta che la soluzione del problema delle scorie nucleari spetti a qualcun altro; ha il dovere di fare la sua parte, facendosi portavoce delle esigenze e delle richieste delle zone interessate, senza ricorrere a facili demagogie come ha fatto il presidente Cirio intervenendo in Aula, peraltro dimenticando che di deposito unico si parla da più di 10 anni, in forza del dlgs 31/2010 varato dal governo Berlusconi, sostenuto da Lega e Pdl, ovvero quelle stesse forze politiche oggi maggioranza in Regione Piemonte e da sempre favorevoli al nucleare», ha dichiarato lo stesso Avetta, vicepresidente della commissione ambiente.

Del medesimo avviso il collega Domenico Ravetti (Pd), soddisfatto del dibattito pubblico avviato con la seduta aperta: «Abbiamo bisogno di più tempo rispetto a quello previsto per l’individuazione di un sito più idoneo rispetto a altri a ospitare il deposito di scorie nucleari. Dobbiamo fare i necessari approfondimenti, depositare le opportune osservazioni, condividere punti di vista differenti e portarli a sintesi».

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«Non siamo che all’inizio di un percorso», ha aggiunto a seguito dell’assemblea il consigliere Maurizio Marello, «Sarà scelto uno dei sessantasette siti e per farlo occorre che siano tenute in considerazione le vocazioni agricole dei territori ivi comprese le eccellenze. In questo contesto, ad esempio, il sito di Carmagnola presenta criticità per quanto riguarda produzioni agricole pregiate e vicinanza a centri abitati».

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