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Da Alba e Asti a Trento per commettere furti: 5 gli arresti fra le due città

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ALBA Vivevano nella capitale delle Langhe e nella città di Asti le cinque persone raggiunte stamane (martedì 2 febbraio) da altrettante ordinanze di custodia cautelare, emesse dal Tribunale di Trento in relazione a 26 furti in abitazione commessi fra l’aprile del 2019 e gennaio del 2020. A carico della banda, composta da criminali di origini sinti, l’accusa di associazione a delinquere, sostenuta dai gravi indizi di colpevolezza raccolti dai Carabinieri della Compagnia di Cles che hanno stimato in 180mila euro il bottino dei colpi. Gli elementi raccolti hanno indotto la Procura a spiccare le misure eseguite dai comandi provinciali di Cuneo e Asti.

Il modus operandi era quello delle trasferte: a bordo di auto di grossa cilindrata raggiungevano ville isolate nelle valli montane, saccheggiate con stratagemmi che vanno dalla truffa dell’oro (convincere gli anziani a mostrare i preziosi adducendo a pretesto un possibile deterioramento), alla rapina vera e propria. Una circostanza che si è verificata a Cavedine, in provincia di Trento, dove la banda ha legato e minacciato con una pistola due coniugi portando via 100mila euro di refurtiva. In alternativa i rapinatori commettevano effrazioni usando mole angolari per tagliare le cassaforti: radio tarate per intercettare le frequenze delle Forze dell’ordine garantivano spostamenti sicuri. L’inizio della fine per il sodalizio quando gli inquirenti sono riusciti a collegare il proprietario di una delle auto con un gruppo del quale faceva parte anche un criminale sottoposto a sorveglianza per atti analoghi.

Davide Gallesio 
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