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I ritardi di Pfizer rallentano le vaccinazioni nell’Asl Cn2: tutti i dettagli sulla situazione attuale 

Covid: in Piemonte più di 30mila persone vaccinate

VERDUNO Sono arrivate ieri, tramite il corriere Sda di Poste Italiane, le circa 400 dosi del vaccino Moderna destinate all’Asl Cn2. Una consegna che servirà a vaccinare 200 persone, dal momento che per ciascuna servono due somministrazioni.

«Ora sono conservate a – 20 al Ferrero, in attesa di avere indicazioni su come utilizzarle», precisa il direttore generale Massimo Veglio.

Al momento, l’obiettivo primario rimane completare la vaccinazione di tutti i destinatari della prima fase, tra lavoratori del mondo della sanità e residenze per anziani. La questione è che nelle ultime settimane i ritardi nelle consegne dalla ditta Pfizer stanno causando il rallentamento dei programmi concordati.

«In questo momento, – prosegue Veglio – stiamo proseguendo unicamente con le secondi dosi di chi è già stato vaccinato con il vaccino Pfizer: su 5mila e 100 persone che hanno ricevuto la prima dose fino ad oggi, a 2mila manca ancora la seconda, che deve essere inoculata nei tempi stabiliti, per avere l’immunizzazione. Si tratta principalmente di sanitari, mentre nelle rsa il lavoro è quasi terminato al cento per cento».

Con la consegna di inizio settimana, ora nei refrigeratori del Ferrero sono conservate le dosi sufficienti per immunizzare le persone che hanno già ricevuto la prima somministrazione. Ma rimangono circa 1300 aventi diritto in attesa di essere vaccinati in toto.

«Purtroppo, con i problemi attuali di consegna dalla Pfizer, non riusciamo a garantire il rispetto di alcun calendario: siamo già stati costretti a disdire la vaccinazione di 600 persone prenotate», precisa Veglio.

Sulla seconda fase della campagna –  che riguaderà gli over 80 e che partirà dal 21 febbraio in Piemonte, come annunciato alla Regione – , al momento non sono molte le certezze a livello dell’azienda sanitaria locale: «Aspettiamo di avere delucidazioni su tutti i dettagli, soprattutto sull’arrivo delle dosi, che di certo non potranno essere nemmeno quelle Moderna, dal momento che le temperature rimangono ancora troppo basse per essere trasportate e conservate dai medici di medicina generale nei tempi utili».

Francesca Pinaffo

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