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La popolazione cala, ma si costruisce lo stesso

LETTERA AL GIORNALE Gran lamento generale per il calo delle nascite, e giustamente Gazzetta sul numero del 9 febbraio se ne occupa. Secondo me gli approcci dell’articolista, indicando nelle cause la mancanza di spiritualità, risultano parziali e forse anche fuorvianti. Intanto la terra non è nostra, se facciamo meno figli la maggioranza dei suoi abitanti aventi diritto è in festa: mille miliardi di mammiferi più pesci, rettili e anfibi e tremila miliardi di alberi tirano un sospiro di sollievo. Per la terra, meno umani siamo, meno danno facciamo, visto che consumiamo in un anno quasi il doppio delle risorse che è in grado di offrire, e che non c’è nessun segnale di pentimento da parte nostra. Si aspetta solo spasmodicamente il liberi tutti, a seguire una bella spruzzatina di verde, e via tornerà tutto come prima.

La popolazione cala, ma si costruisce lo stesso
L’inizio dei lavori sull’Asti-Cuneo nel tratto ancora da completare.

Il mio può sembrare pessimismo, invece è solo prendere atto della realtà. Non vedo all’orizzonte segnali incoraggianti, l’affermarsi di una ecologia integrale, come quella proposta da papa Francesco. Se molti la facessero propria desiderare figli sarebbe conseguenza diretta e arriveremmo in poco tempo al tasso di sostituzione (equilibrio tra chi nasce e chi muore) cioè al 2,1 per donna invece dell’1,4 attuale. Poi aumentare il numero complessivo degli umani sul pianeta dipenderà molto dalla disponibilità di vivere in simbiosi con gli altri esseri viventi. Chi scrive ha fatto 4 figli con la donna giusta (non dimentichiamo che fare figli grava molto più sulle donne) e sono al record di 10 nipoti.
Si mettono al mondo meno figli perché la nostra incontinenza ci fa paura, ma non così tanto da convincerci a cambi radicali del modo di vivere, e nonostante il drammatico avvertimento del Covid-19; inconsciamente vediamo che il futuro incombe sul pianeta, temiamo di non riuscire a fermare la catastrofe climatica, gli incendi apocalittici, i milioni di migranti in fuga e le immani inondazioni.

Faccio solo due esempi locali, che danno la misura del “tutto procede per il meglio”: l’autostrada Asti-Cuneo che verrà conclusa, non con una sensata galleria che farebbe risparmiare suoli indispensabili, ma con i viadotti che ne cementificano 200 ettari. E poi la collina al Mussotto che perderà per sempre i preziosi servizi ecosistemici che offre, per fare posto a nuove ville, nonostante la popolazione che decresce e 3.500 alloggi e case vuote ad Alba.

Mi si perdoni lo sfogo, ma non volevo demolire le granitiche certezze che mettono sopra di tutto lo sviluppo, con la crescita che mangia la natura ed eventualmente, a seguire, il resto.

Gino Scarsi

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