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L’Osservatorio per il paesaggio chiede ai ministri di ripristinare la galleria autostradale di Verduno

L’Osservatorio per il paesaggio chiede ai ministri di ripristinare la galleria autostradale di Verduno
L'autostrada con la galleria dovrebbe essere così

ALBA L’Osservatorio per la tutela del paesaggio di Langhe e Roero ha raccolto il suo punto di vista sul completamento dell’autostrada Asti-Cuneo in una dettagliata lettera spedita ai nuovi ministri dei trasporti, Enrico Giovannini e dell’ambiente Roberto Cingolani.

Le prime righe ne riassumono il contenuto: «Dopo 30 anni si deve finalmente completare l’autostrada, senza distruggere una zona Unesco di bellezza e biodiversità uniche e assolute».

Il testo della lettera

L’Osservatorio da molto tempo segue con costanza le vicende dell’Asti-Cuneo avanzando proposte costruttive in nome della società civile, cercando il dialogo con i referenti del progetto di completamento, al solo scopo di ottenere la realizzazione più valida per i residenti e per assicurare al territorio il minor danno ambientale e paesaggistico possibile.

Il 2 gennaio 2021, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti (Mit) ha firmato i decreti che sbloccano le convenzioni per le società Asti-Cuneo e Satap (tronco Torino Milano), consentendo così l’avvio dei lavori per l’ultimazione dei 9 km mancanti per il completo collegamento autostradale A33 Asti-Cuneo. Il lotto 2.6 da terminare è diviso in due tronchi (2.6.a – 2.6.b). Il tronco 2.6.b, che interessa i Comuni di Alba, Roddi e Verduno, già possiede i provvedimenti approvativi ed i lavori sono realizzabili in 2 anni. Il tronco 2.6.a, che va dal Comune di Verduno al moncone interrotto in Comune di Cherasco, deve essere completamente riprogettato ed ottenere le necessarie approvazioni.

Il precedente Ministro per le infrastrutture e trasporti decise, d’intesa con il concessionario, di sostituire, per una mera questione economica, il progetto originario in galleria, già approvato e tutt’ora in vigore, con un nuovo progetto, al momento in fase di studio e con tracciato esterno particolarmente invasivo, in un territorio definito buffer zone Unesco.

Questo nuovo progetto deve ancora essere sottoposto a tutto il processo autorizzativo: dovrà essere giudicato positivamente alla Via (Valutazione di impatto ambientale) e alla Vas (Valutazione ambientale strategica), divenuta obbligatoria a seguito dell’approvazione del Piano paesaggistico regionale (Ppr) nel 2017. Il Ppr ricorda che il riconoscimento Unesco non solo richiede politiche territoriali rivolte alla tutela del valore universale del sito (che considera già ferito dalla collocazione non appropriata del nuovo ospedale), ma colloca tutta l’area del lotto 2.6 nella cosiddetta buffer zone. Dovranno inoltre essere esperite le pratiche dell’Ipcc/D.lgs. 46/2014 sull’ambiente (Autorizzazione integrata ambientale), avere il nulla-osta dell’Aipo (Agenzia interregionale fiume Po) e la conformità con il Pai (Piano di assetto idrogeologico). Il tutto tenendo conto del fatto che il Ministero dell’ambiente aveva a suo tempo bocciato la soluzione all’aperto.

Inoltre il recente documento della Commissione europea del 12.2.2021 C(2021) 1054 Orientamenti tecnici sull’applicazione del principio Dnhs “non arrecare danno significativo” a norma del regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza, afferma che la Via e la Vas non sono sufficienti per giudicare le criticità ambientali, ma sostiene che occorre anche verificare se l’opera in esame possiede i requisiti Dnsh, ossia “non arreca danno significativo”, citando esplicitamente i siti Unesco al punto 2.3-nota 18. A nostro avviso pertanto, la soluzione con tracciato esterno non rispetta i requisiti previsti dalle norme nazionali ed europee.

La soluzione per fare tutto per bene e rapidamente c’è: si torna all’ipotesi della galleria a due fornici che ha completato tutto il processo autorizzativo, concluso dopo lunghi anni di trattative e numerose conferenze dei servizi, si risparmia suolo riducendo la carreggiata al minimo previsto dalle norme, si formalizza e sancisce la gratuità del percorso da Castagnito a Cherasco (lotti 2.5, 2.6, 2.7parte), a parziale ristoro del danno subito dalle comunità locali per l’utilizzo da parte dell’autostrada della viabilità esistente e per agevolare l’accesso al nuovo ospedale, si realizzano le opere complementari già previste, necessarie per il territorio.

L’accordo, definito con la delibera Cipe di Maggio 2020 recentemente approvata da tutti gli enti competenti, prevede che si possa modificare il Pef (Piano economico finanziario) per compensare eventuali minori ricavi causati dalla contrazione del traffico a causa del Covid o per le minori entrate dovute alla decisione politica di introdurre tratte di gratuità, oppure per realizzare alcune opere complementari. Non si capisce perché, con una analoga modifica del Pef, non si possa ripristinare la galleria a due fornici prevista dal progetto già approvato a suo tempo con l’accordo di tutti: l’extra costo stimato è nell’ordine dei 150-180 milioni di euro. Con questa soluzione l’opera può essere conclusa entro il 2024, senza creare danni irreversibili al territorio.

La disponibilità dei fondi del NextGeEu, non disponibili in passato, risolverebbe il problema finanziario: la provincia di Cuneo ha richiesto 357 milioni di euro per realizzare infrastrutture essenziali. Di questi, la metà sarebbero più che sufficienti per completare l’opera.

Illustrissimi signori ministri, sono trent’anni che il territorio Unesco di Langhe e Roero attende che si completi un’opera di impostazione purtroppo sbagliata: per ridurre il danno occorre terminare appena possibile quella interruzione di 9 km sui 90 complessivi, ripristinando il progetto del tunnel e quindi con il minimo danno ambientale. Solo così potremo farci perdonare dalle future generazioni la ferita inferta ad un paesaggio di incomparabile bellezza».

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