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Traversine ferroviarie reimpiegate senza bonifica: sequestri nelle Langhe

Smaltimento irregolare di traversine: maxi-sequestro nel torinese

LANGHE C’erano anche depositi nei comuni di Santo Stefano Belbo e Castino fra i siti dove l’azienda con sede nel comune torinese di Mezzenile, specializzata nel recupero e gestione di rifiuti, aveva stoccato, in attesa di rivenderle, una parte delle traversine di legno rimosse da tratte dismesse di linee ferroviarie: gli esposti presentati dai Carabinieri forestali di Cortemilia hanno indotto i magistrati della Procura di Asti a emettere una disposizione per il sequestro del materiale nelle disponibilità e nei magazzini della ditta.

Ad apporre i sigilli sono stati, nei giorni scorsi, 10 militari dei comandi di Cuneo e Torino e cinque finanzieri della tenenza di Lanzo. Sotto sequestro sono finite 6.700 traversine, considerate dalla legge rifiuti speciali perché imbevute di olio di creosoto, sostanza cancerogena che dovrebbe essere eliminata con costosi trattamenti prima della messa in commercio. Un passaggio che l’azienda ometteva rivendendo i manufatti poi reimpiegati, anche nella giurisdizione della stazione di Cortemilia per opere di contenimento del terreno e palificazioni, con danni per l’ambiente.

I magistrati contestano inoltre ai titolari l’aver svolto le attività di recupero del materiale anche in un periodo di sospensione dell’Autorizzazione integrata ambientale, oggi revocata, il documento necessario per trattare sostanze e rifiuti pericolosi che era stato rilasciato dagli uffici della città metropolitana di Torino. Proseguono le indagini per identificare altri siti di reimpiego delle traversine.

Davide Gallesio

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